Un nuovo utile superiore ai 150mila euro ed un debito pregresso oramai azzerato. Sono questi i numeri dell’ultimo bilancio dell’Afam, la società delle farmacie comunali di Foligno. In attesa dell’approvazione formale del documento economico, si può già avere un primo quadro di quello che è stato l’andamento del 2017. Il nuovo utile permette all’Afam di mettersi definitivamente alle spalle il segno meno sui suoi conti. Quello che si è concretizzato nell’anno appena passato è infatti il terzo utile consecutivo, che porta ad azzerare tutti i debiti delle passate gestioni. Risultato ancor più soddisfacente se si considera che, in linea generale, quelle che stiamo vivendo non sono stagioni facili per le farmacie in Italia. Per parlare di tutto questo e tanto altro, il presidente Gianluca Matilli è stato ospite di Radio Gente Umbra. Ecco l’intervista.
Gianluca Matilli, amministratore unico di Afam, il bilancio 2017 non è stato ancora approvato, per cui non si conoscono i numeri. E’ possibile comunque avere un quadro della situazione?
Si, dobbiamo attendere l’iter civile di approvazione del bilancio, però qualche anticipazione possiamo comunque darla. Il risultato del 2017 è il migliore raggiunto dall’inizio del mio mandato come amministratore unico della società. E’ un risultato in linea con quello dell’anno precedente, anzi anche migliore. Questo ci fa ben sperare per il futuro e ci riempie di soddisfazione perché è un traguardo che stiamo raggiungendo in un periodo particolarmente difficile e complicato per quanto riguarda il settore delle farmacie. L’ho sempre detto, fin dall’inizio del mio mandato, che parlare oggi di fallimento, amministrazione o concordato preventivo di una farmacia non è una cosa tanto rara, anzi. Ultimamente si cominciano ad avere anche nella nostra regione casi di questo tipo e raggiungere il miglior risultato degli ultimi anni in un momento come questo, ci riempie di soddisfazione e ci dà un grosso stimolo a continuare su questa strada.
Per una realtà come l’Afam sono sì importanti i conti, ma è altrettanto importante lo scopo, il ruolo a livello sociale. Questa deve essere un po’ una priorità e possiamo dire che in questi anni l’Afam l’ha sempre rispettata…
Esatto. A fronte di un utile, che supera abbondantemente i 150mila euro, dobbiamo in ogni caso riconoscere, e questo l’ho sempre detto, che noi abbiamo anche un bilancio sociale. Facciamo degli sconti alla clientela che sono nell’ordine di un centinaio di migliaia di euro e paghiamo un canone molto elevato al Comune che si aggira attorno ai 170mila euro. Per cui se lo sommiamo anche a quello che è il risultato effettivo della gestione, siamo intorno ai 500mila euro di risultato complessivo. Di conseguenza, quello che andrà al Comune come canone per noi è sociale, perché sarà poi l’amministrazione comunale a destinarlo ad attività appunto di carattere sociale. Noi, nel nostro piccolo, facciamo degli sconti alla clientela e cerchiamo di partecipare a qualche iniziativa che permetta di poter aiutare le classi più deboli.
Nel suo mandato Gianluca Matilli ha sempre puntato su una cosa, il rapporto con i dipendenti e il fare squadra. Come sta andando? I dipendenti si sono messi a disposizione dell’azienda e i risultati si sono visti anche sotto questo punto di vista…
Sì, io non posso far altro che un plauso ai dipendenti. Sono delle persone che si sono rimesse in gioco, si sono rimboccate le maniche. Abbiamo fatto molti corsi di formazione, a cui hanno sempre partecipato fuori dall’orario di lavoro, e anche incontri mensili con i direttori e i dipendenti. C’è stata un’importante sinergia. In realtà il risultato si è potuto raggiungere anche grazie alla loro collaborazione. Sicuramente ci sono stati momenti di tensione e cambiamento, però devo ringraziarli per la loro disponibilità. Se abbiamo raggiunto questi ottimi risultati, perché è così da tre anni ormai, è grazie a loro, ai dipendenti ai direttori e a tutto il settore amministrativo. Settore quest’ultimo che non è a contatto diretto con il pubblico, ma mi dà una grossa mano per tutta la gestione interna che, devo riconoscere, è molto complessa.
Abbiamo detto che dobbiamo aspettare ancora qualche settimana per i numeri però possiamo dire che con il risultato di quest’anno si va a ripianare la perdita degli anni precedenti…
Il mio primo esercizio amministrativo risale alla fine del 2014, per cui il primo bilancio che ho chiuso faceva parte del mandato del precedente consiglio e presentava una perdita rilevante, superiore ai 400mila euro. Con questo questo terzo risultato, ossia dal 2015 ad oggi, abbiamo completamente coperto la perdita precedente. C’è voluto del tempo ma abbiamo ripianato quello che si era perso negli anni precedenti.
Guardando al domani, qual è secondo lei in Italia il futuro delle farmacie, non solo di quelle pubbliche…
Ci sono due elementi da prendere in considerazione. Il primo è perché le farmacie sono andate in difficoltà. C’è stata una minor presenza del convenzionale: il servizio sanitario nazionale ha aumentato i ticket e di conseguenza le persone hanno potuto partecipare di meno alla spesa e hanno dovuto tirare fuori direttamente i soldi. Tutto ciò ha portato ad un calo nelle vendite. C’è da sottolineare anche l’aspetto delle trattenute da parte dello Stato sugli incassi, sempre in riferimento al rapporto con il servizio sanitario nazionale, soprattutto all’interno del discorso spending review, limitando le prescrizioni dei medici. Questo ha fatto sì che tutto il settore del servizio sanitario nazionale subisse un forte decremento. E chiaramente la partita si può giocare solo su un’oculata gestione degli acquisti, quindi stando attendi, perché fare magazzino può comportare delle grosse immobilizzazioni di costi. Questo era l’elemento in qualche modo nuovo e che spesso alcune farmacie non hanno saputo interpretare per tempo e questo ha portato ad una gestione in passivo rispetto a quella florida degli anni precedenti. Ma oggi abbiamo un altro elemento di novità: con il “Decreto Concorrenza”, che è stato approvato lo scorso anno, ora è permesso anche alle aziende di capitali di poter intervenire nel settore delle farmacie. Quindi, il timore è che arriveranno delle grosse catene di operatori internazionali che potranno acquisire un numero di farmacie e fare una concorrenza a cui le farmacie tradizionali non potranno sicuramente controbattere, perché potranno mettere sul mercato prodotti a prezzi concorrenziali. Sono aziende che possono acquistare medicinali in grossi quantitativi, soprattutto nel settore del parafarmaco, e quindi fare un grosso contenimento ed abbassamento dei costi. Questo sicuramente per le farmacie tradizionali sarà un grosso problema. Cosa possiamo fare? Come farmacie comunali abbiamo rapporti a livello di associazioni di categoria dell’Assofarm regionale, per cui ci riuniamo con tutti i direttori e responsabili delle farmacie comunali dell’Umbria e la tendenza sarà quella di fare un contratto di rete che ci permetta di sostenere questo impatto, unendoci per avere sinergie in alcuni servizi e poter controbattere questo eventuale e probabile ingresso di questi grossi capitali. Sicuramente però lo scenario futuro non è positivo, anzi, è abbastanza a tinte fosche.
Chiudiamo parlando di Afam ed in particolare di una bella realtà, che potremmo definire forse il fiore all’occhiello, che è quello della farmacia di Colfiorito. E’ un presidio di montagna che sicuramente grazie anche all’apertura della nuova statale 77, sta godendo di buona salute ed in vista dell’estate si pensa anche alle aperture domenicali.
Sì, quando sono arrivato si parlava della sorte della farmacia di Colfiorito. In realtà mettendo un farmacista giovane e volenteroso, la farmacia ha dato subito dei segni di ripresa. Sicuramente ha anche aiutato lo spostamento della sede nell’area delle Casermette. Chiaramente l’apertura domenicale in estate ha incrementato gli accessi e la riproporremo anche quest’anno e sì, anche la nuova strada ha portato a maggiori presenze. E’ così diventata una farmacia che ci dà la produttività maggiore se andiamo a rapportare i ricavi con i costi. E per noi è un buon risultato perché è una farmacia rurale che è stata potenziata anziché limitata nel suo funzionamento. In conclusione vorrei, però, ricordare anche il dispensario di Casenove dove lì, veramente, c’è la funzione sociale della farmacia. Un dispensario aperto dove c’è sempre un farmacista. Anche se la popolazione è limitata, riteniamo di lasciare in vita questo presidio perché le persone, soprattutto gli anziani, vanno lì per aspettare l’apertura degli sportelli medici, scambiando anche qualche chiacchiera. Per cui, anche se è un presidio negativo dal punto di vista economico, è altrettanto positivo da un punto di vista sociale.
E’ possibile riascoltare l’intervista audio a Gianluca Matilli in fondo a questo articolo