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Fiumi di Bevagna, il Comitato non ci sta: “Perché le fogne di Foligno arrivano da noi?”

Pubblicato il 19 Agosto 2018 10:15 - Modificato il 5 Settembre 2023 15:45

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Il Comitato per la difesa dell’acqua e dell’aria di Bevagna non ci sta. E così, torna a far sentire la propria voce. A pochi giorni dalle notizie diramate dalla Regione Umbria, a seguito dell’incontro che ha visto presente anche il sindaco Annarita Falsacappa e i vertici di Arpa, Valle Umbra Servizi e Consorzio della bonificazione, i cittadini scendono nuovamente in campo, più agguerriti di prima. Si, perché – spiegano in una nota da Bevagna – nonostante la “relazione dettagliatissima” inviata a Palazzo Donini dal Comitato, così come sollecitato dall’assessore regionale alle politiche ambientali, Fernanda Cecchini, nella riunione del novembre scorso, il documento sembrerebbe esser passato in sordina. Proprio per questo, dicono dal Comitato, “dobbiamo evidenziare alcune cose, che sono le domande presenti nella nostra relazione, alle quali vorremmo come cittadini delle risposte”. Tanti i quesiti posti dai cittadini di Bevagna, a cominciare dal “perché le fogne di Foligno vengono dirottate senza depurazione nelle acque dei fiumi di Bevagna” ma anche il perché non siano state “approntate le due vasche di decantazione, inizialmente inserite nel progetto originale che avrebbero attenuato il problema”. Ed ancora “per quale motivo non è stata completata, fino al Casone, la separazione delle acque chiare e scure effettuata nella riqualificazione urbana di Foligno” e “perché le acque chiare di Foligno non siano state convogliate nel Topino che scorre a poche decine di metri”. Ultime domande poste, “il motivo per il quale un impianto costato milioni di euro, e poi adeguato con altri milioni di euro, è alla mercé di qualche precipitazione” e perché “Regione Umbria, Comune di Foligno e Vus, su questi fatti, siano vacui, generici e superficiali”. Resta, poi, la necessità di conoscere la “pianificazione territoriale fatta e – concludono dal Comitato – come sono stati spesi i soldi dei cittadini”. Anche perché – denunciano – le acque del Teverone e del Timia dono tornate ad essere “ormai da settimane, schifosamente nere e puzzolenti”. Insomma, per i membri del Comitato bevante “la politica ha fallito”. Il riferimento, però, non è tanto agli attuali vertici regionali, e quindi all’assessore alle politiche ambientali, Fernanda Cecchini, quanto – scrivono in conclusione della nota – “a tutti i politici e gli amministratori di questa valle, con i dirigenti e funzionari di tutti i livelli istituzionali, agli imprenditori, alle agenzie e istituzioni di controllo e gestione di questa valle, incapace di qualsiasi iniziativa a tutela dei cittadini”.

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