C’è stato e forse c’è ancora un teatro nel sito archeologico di Urvinum Hortense di Collemancio di Cannara. A testimoniarlo è un’epigrafe rinvenuta nel corso dell’ultima campagna di scavo, che ha visto all’opera un gruppo di lavoro dell’Università degli Studi di Perugia, coordinato dal direttore scientifico Gian Luca Grassigli, affiancato dai responsabili di cantiere Benedetta Sciaramenti, Niccolò Cecconi e Enrico Ciafardini.
L’epigrafe è stata scoperta nell’ambito dell’area cimiteriale medievale del sito: una prima parte era stata usata come segnacolo tombale, mentre le altre erano state utilizzate come spalletta di una tomba. Lastre che, una volta “riassemblate”, hanno fornito importanti informazioni sul passato di quell’area. A cominciare dal nome di chi avrebbe realizzato o restaurato il teatro, “Octavius”. Un uomo che, secondo quanto svelato dall’epigrafe, avrebbe ricoperto la carica magistrale di “Quattruoviro” e la qualifica di “Pontifex”, ossia di pontefice della città. Presente, poi, la dicitura “Sua pecunia”, cioè a sue spese. Ultimo tassello che, in realtà era già stata rinvenuta in una precedente campagna di scavo, la lastra con cui si è andata a comporre e e completare la parola “Theatrum” appunto.
Un teatro che, non si esclude, possa venire fuori attraverso nuove campagne di scavo. Insomma, quello di Collemancio di Cannara, si conferma come un importante sito per tutto il territorio. “Non solo da un punto di vista storico – ha commentato il sindaco di Cannara, Fabrizio Gareggia – ma soprattutto per il territorio e il suo rilancio”.
I risultati della campagna di scavo sono stati illustrati alla presenza – tra gli altri – del senatore della Lega Luca Briziarelli, che si è impegnato in prima linea per trovare le risorse per la valorizzazione di Urvinum Hortense, sottolineando come la cultura sia “nutrimento per la comunità” ed i fondi utilizzati per la valorizzazione delle nostre città siano “un patrimonio per le nuove generazioni”. “Da parte nostra – ha concluso Briziarelli – possiamo ringraziare il sottosegretario al Ministero per i beni e le attività culturali Lucia Borgonzoni che ha preso un impegno per trovare i fondi necessari al restauro del sito di Collemancio”.
Vincente la collaborazione tra Stato, Comune e Università, come sottolineato dall’archeologa responsabile di zona Gabriella Sabatini. “Questa collaborazione – ha detto – ha permesso di pianificare un programma di scavo a lungo termine, piuttosto raro. Questo sito è infatti sotto scavo da circa 20 anni, ma il professor Gian Luca Grassigli ha dato un impulso metodologico diverso al lavoro per valorizzare un abitato che va ancora ricomposto”.