Per la prima volta all’interno di un penitenziario un progetto nuovo e innovativo che dà la possibilità ai detenuti di trascorrere le loro routine in un modo tutto nuovo. Gli scacchi stanno diventando le nuove frontiere per i carcerati, l’evento è stato riconosciuto sia dalla Federazione Scacchisti Italiana (Fsi) sia dalla Federazione Internazionale (Fide) e come raccontato negli scorsi giorni anche dalla redazione di Rgunotizie, che ha assistito alla prima “mossa” all’interno della casa circondariale di Maiano. “Sport in carcere”, un progetto Coni che ha dato la possibilità ai detenuti di impiegare il loro tempo in una sport che più che richiedere sforzo fisico, richiede capacità strategiche e molta concentrazione. Anima del progetto Mirko Trasciatti, tecnico Coni e istruttore Fide che da quattro anni insegna ai detenuti della casa di reclusione spoletina. “Tutti i giorni i carcerati scendono nelle aule scolastiche a giocare e studiare scacchi” dichiara Trasciatti. Gli allenamenti sono resi possibili grazie al sostegno del Coni e de “Le due torri” di Bologna, che hanno finanziato il corso così come il torneo. I detenuti non erano dei veri novizi, visto che negli anni precedenti hanno partecipato ad altre manifestazioni “minori” ma comunque prime nel loro genere, come il torneo Rapid del 2016 e il torneo Blitz del 2017. I più fortunati hanno avuto la possibilità di partecipare lo scorso aprile alla serie C del Campionato Italiano a squadre della Fsi e ad un match internazionale per corrispondenza con i detenuti di Chicago, tuttora in corso. A vincere il torneo degli scorsi giorni è stato il maestro perugino Andrea Martelli che chiude il torneo con 5,5 punti su 7, sconfitto dall’albanese Vladimir Haxhiu durante il secondo turno che a sua volta chiude il torneo con 4 punti, sfiorando per solo mezzo punto il gradino più basso del podio.
Il Coni Umbria ha fatto dono di t-shirt e scacchiere quest’ultime utili per lo svolgimento degli scacchi all’interno dell’Istituto penitenziario. Tre giornate intense che hanno dato la possibilità a cultura, età e ceti sociali di mescolarsi contribuendo ad abbattere le barriere di diversità in un contesto tanto variegato. “Ho accettato di partecipare al torneo della casa di reclusione di Spoleto per dare ai detenuti la possibilità di giocare a scacchi, rompendo la loro routine quotidiana e nel farlo non nascondo di essere stato preda dei classici pregiudizi – dichiara uno dei partecipanti – gli scacchi hanno l’incredibile potere di unire le persone, minimizzandone le differenze, e nel dare ai detenuti la possibilità di giocare ho ricevuto la possibilità di sperimentare in prima persona questo potere, un’esperienza indimenticabile per loro ma anche per me”. Tra chiacchiere e svago, non vi era più la distinzione tra interni ed esterni, creando così un clima di cordialità e quotidianità tra sole persone, tanto che il giorno dopo i carcerati hanno portato acqua e snack a tutti i partecipanti.
Gli scacchi si sono rivelati non essere solo passione e hobby, ma potenti strumenti di aggregazione sociale, uno dei carcerati ha rivelato che per lui sono diventati strumenti di salvezza. Strumenti che hanno generato nuovi insegnamenti di vita facendo capire che gli errori del passato sono recuperabili e che vi è sempre una nuova possibilità per ricominciare. “I ringraziamenti non possono non andare a chi mi ha dato la possibilità di fare queste esperienze indimenticabili, a chi ha creduto nel progetto e a tutti quelli che si sono dati da fare per arrivare a questo punto” dichiara Trasciatti nel ringraziare e dare appuntamento per i prossimi mesi per un match internazionale con un carcere americano che si svolgerà online.