Una battaglia lunga un quarto di secolo. E’ quella degli abitanti della Valmenotre in difesa di uno dei loro tratti identitari: il fiume. Battaglia che periodicamente si riaccende ed infervora gli animi di chi ha a cuore la salute del Menotre e dell’ecosistema di uno dei territori più affascinanti di Foligno. Questa volta la battaglia contro la depredazione arriva direttamente da Serrone, frazione nella quale dal 1995 insiste una centrale idroelettrica che produce energia attraverso la derivazione dell’acqua. Sin qui poco da dire, se non fosse che sistematicamente il “minimo deflusso costante in alveo”, stabilito in 135 litri al secondo, sembrerebbe non essere rispettato. Ma più che un’impressione, il prosciugamento del Menotre sembra essere una realtà. E’ così che anche negli scorsi giorni il tratto serronese del fiume è rimasto letteralmente a secco. Alcuni abitanti della frazione sono riusciti a mettere in salvo sette piccole trote, rimaste “intrappolate” in una pozzanghera d’acqua. Sabato scorso, alcune centinaia di metri del corso d’acqua risultavano asciutte, facendo scattare tutta la rabbia dei residenti. “Questa situazione di degrado – commenta il comitato Pro Serrone – si ripercuote sulla fauna e sulla vegetazione circostante. Tutto questo – proseguono i residenti della Valmenotre – a causa di un uso improprio di una concessione di derivazione dell’acqua per la produzione di energia elettrica, per la quale il titolare della concessione non rispetta il minimo deflusso costante in alveo come stabilito dall’Autorità di bacino per la sopravvivenza delle specie ittiche”. Dalle marce e proteste del 1995 al giorno d’oggi, anche il Comune di Foligno si è mostrato spesso particolarmente sensibile alla tematica. Ora però gli abitanti dicono basta e chiedono un controllo efficace, che permetta di monitorare costantemente la portata del fiume, magari con dei misuratori da installare all’inizio e alla fine della derivazione. Altra nota dolente, secondo gli abitanti di quella zona, è la durata trentennale della concessione. “Queste – sostengono gli abitanti – sono concessioni estremamente estese, che ipotecano un’intero territorio. Sarebbe importante rilasciarne di più brevi e rinnovabili qualora le condizioni siano adeguate per tutti”. La palla ora passa ad Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente che ha il compito di verificare il minimo deflusso costante sul Menotre stabilito dall’Autorità di bacino. Quello della salvaguardia dell’acqua e della valorizzazione della montagna sarà uno dei temi portanti della prossima campagna elettorale cittadina. Nel frattempo la guardia degli abitanti della Valmenotre rimane alta.