Sono gravi i danni riportati dal Parco di Colfiorito all’indomani dell’incendio che ha interessato alcune zone della Palude. Rgunotizie ha effettuato un sopralluogo all’indomani del rogo, con tutta probabilità doloso, che ha interessato l’importante oasi natuaristica. A rendere maggiormente chiara la situazione su quanto avvenuto la scorsa notte é Alfiero Pepponi, responsabile cittadino della Lipu, che ha affidato a Facebook il suo pensiero: “Niente di nuovo in quello che è successo sabato a Colfiorito la mancanza di cultura ha ancora una volta inferto un colpo profondo ed irrimediabile al fragilissimo ecosistema della palude. É andato completamente perduto (lungo la strada che sale a Forcatura) il cariceto così amato ed utilizzato dai tarabusi per la nidificazione e dalla parte opposta (lungo il vecchio tracciato della SS77) é andata a fuoco una porzione di canneto, fortunatamente il canale da una parte e lo specchio d’acqua dall’altra hanno impedito che il fuoco raggiungesse tutto il resto del canneto, come probabilmente era nelle intenzioni di chi ha appiccato il fuoco perché di un atto doloso ed intenzionale si è trattato. Molti degli uccelli che avevo censito pochi giorni prima hanno “temporaneamente” abbandonato la palude, alcuni (airone cenerini e cormorani ) lasciando le nidificazione già in corso. Stamattina lo spettacolo era avvilente ed il pensiero angosciante che non si stia facendo nulla per la conservazione non mi ha ancora abbandonato: quello che si perde oggi non si recupererà più. Le conseguenze di questo scempio le valuteremo tra qualche mese. Bisogna che chi ne ha la facoltà decida se il Parco di Colfiorito deve continuare ad essere un’area protetta secondo le regole regionali, nazionali e comunitarie oppure diventare un parchetto cittadino mal tenuto e mal gestito”.