Si chiama “Stop cibo anonimo” ed è la raccolta firme promossa da Donne Impresa Coldiretti Umbria per sostenere l’iniziativa europea dei cittadini “EatOriginal – Unmask your food”, nata con l’obiettivo di estendere l’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti gli alimenti. Il motivo? Prevenire le frodi, proteggere la salute pubblica e garantire il diritto dei consumatori all’informazione.
Una raccolta firme che negli scorsi giorni ha fatto tappa anche al Mercato di Campagna Amica a Foligno. “Un’opportunità – spiega Coldiretti – per sostenere l’agricoltura, i suoi produttori e la trasparenza che merita il vero cibo italiano affinché il Parlamento Europeo possa legiferare e tutelarne l’originalità”. E proprio in quell’occasione Foligno ha fatto da sfondo alla festa del grano “dalla mietitura alla pasta”, con un laboratorio che ha illustrato ad adulti e bambini la filiera dall’origine, anche attraverso strumenti tipici degli agricoltori e degustazioni di prodotti da forno a base di grano.
Un modo per valorizzare l’importanza dell’identità dei prodotti e del loro legame con il territorio locale, ma non solo. L’evento ha infatti consentito anche di ripercorrere le tradizioni contadine legate al taglio e alla raccolta del grano e di approfondire le caratteristiche e proprietà organolettiche di questo alimento, simbolo della fertilità della terra fin dall’antichità e usato per la preparazione di tanti gustosi cibi.
Iniziativa che fa il paio, tra l’altro, con il progetto – sempre firmato Coldiretti – “Educazione alla Campagna Amica”, con il quale si vuole trasmettere specie alle giovani generazioni il rispetto per l’ambiente e per la biodiversità, valorizzando i cibi locali e di qualità. Tutte iniziative utili quindi, per riflettere sull’importanza di una corretta alimentazione, per stimolare la curiosità dei ragazzi ed invitarli, nella vita di tutti i giorni, a frequentare la campagna e gli ambienti sani e naturali. “Proprio i Mercati degli agricoltori di Campagna Amica – sottolineano a questo proposito da Coldiretti – sono diventati non solo luogo di consumo, ma spazi importanti anche per momenti di educazione, socializzazione, cultura e solidarietà, avvicinando sempre di più – concludono – città e campagna, produttori e cittadini-consumatori”.