L’arte del bonsai una pratica per pochi eletti? Non per il presidente del Club Amici del Bonsai di Foligno, Giovanni Cestellini, che mette in guardia da chi dice che sia necessario il “pollice verde”. “Serve piuttosto – spiega – tanta pazienza, molta passione e tempo da dedicarci. Anche perché – prosegue – la pianta è un essere vivente come l’uomo e proprio come l’uomo ha delle esigenze. Ma è la stessa pianta a dirci quando ha bisogno dell’acqua piuttosto che del concime o quando occorre cambiare il vaso. Serve – sottolinea – solo un po’ di pratica”.
Quella pratica che lo stesso Club folignate cerca di insegnare ai propri soci. Più di venti quelli che ne fanno attualmente parte. Una realtà che è cresciuta molto dalla sua nascita, avvenuta il 12 agosto del 2017. Dai sei soci fondatori si è passati, in quasi due anni – come detto – ad oltre venti iscritti, che partecipano ai corsi che gratuitamente il Club Amici del Bonsai di Foligno promuove annualmente nella sua sede di San Giovanni Profiamma e che riprenderanno dopo il 15 ottobre prossimo. Più uomini che donne e con un’età media che si aggira intorno ai 50 anni, anche se non è raro vedere giovanissimi che si avvicinano a quest’arte.
Così come il Club folignate è riuscito ad attirare l’interesse di appassionati provenienti da fuori. Tra i soci, infatti, c’è chi arriva sì da Perugia ma anche da Rieti e persino Roma, come Claudio Dimmito, un passato da imprenditore edile e un presente da titolare di un vivaio di coltivazione di piante destinate a diventare bonsai nella zona dei Castelli Romani. Una passione, la sua, diventata una professione grazie ad un incontro speciale con un vivaista cinese.
Sì, perchè chi pensa che l’arte del bonsai affondi le proprie radici nella cultura giapponese, si sbaglia. I primi a promuovere questa pratica furono, infatti, i cinesi. In Italia la passione inizia a farsi sentire intorno agli anni ’60. Per il presidente Cestellini, invece, dovrà passare ancora qualche anno. Solo nell’Ottanta, infatti, si avvicina a questa pratica e lo fa da autodidatta, così come avverrà anni più tardi anche per l’attuale segretario del Club, Marco Lombardo. Libri, riviste, esperimenti e poi l’approdo in una prima associazione. Nel 2017, quindi, la decisione di fondare il Club degli Amici del Bonsai appunto, che fa parte oggi dell’Unione bonsaisti italiani.
Un Club che, oltre a vantare già più di venti soci, può infatti contare su un altro primato: essere la seconda realtà italiana, dopo Montecarlo di Lucca, ad ospitare la Bonsai Creativo School Accademia, una vera e propria scuola della durata di cinque anni, attraverso la quale i soci potranno formarsi tecnicamente e praticamente grazie ai preziosi insegnamenti del maestro Marcello Michellotti, ottenendo alla fine del quinquennio anche la qualifica di istruttori.
Nella storia del Club guidato da Giovanni Cestellini, infine, la partecipazione ad eventi di respiro nazionale, sia in Umbria con le Infiorate di Spello e I Primi d’Italia sia fuori dai confini regionali. Prossimo appuntamento per ammirare e contemplare l’antica arte del bonsai? La prossima edizione del Festival dei primi piatti, quando il Club Amici del Bonsai tornerà ad esporre i propri gioielli in quella splendida cornice che è il Monastero di Sant’Anna.