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Centrale di Bastardo, i sindacati ad Enel: “Investa in nuovi progetti”

Pubblicato il 18 Dicembre 2019 19:06 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:16

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Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria non ci stanno. La questione è quella legata alla centrale Enel di Bastardo, per la quale i tre sindacati – insieme alle rispettive categorie Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil – si rivolgono al neo assessore regionale allo sviluppo economico, Michele Fioroni. E lo fanno ponendo, in primis, l’accento sulla revisione dell’accordo quadro, relativo al progetto Futur-e promosso per la centrale, sottoscritto dalla precedente amministrazione regionale con Enel.

Al centro dell’attenzione anche i livelli occupazionali di Enel in Umbria, scongiurando l’ipotesi di esuberi, e il varo di un piano energetico regionale all’altezza delle incalzanti sfide climatiche ed ambientali. Punti fondamentali sui quali – come detto – i sindacati richiedono l’attenzione dello stesso Fioroni che, lo scorso lunedì 16 dicembre, ha incontrato i rappresentanti Enel senza coinvolgimento alcuno delle parti sociali.

“Noi vorremmo che Enel investisse sul sito di Bastardo con progetti legati alle nuove tecnologie o con nuovi impianti di produzione – ha commentato a questo proposito il segretario generale di Filctem Cgil, Euro Angeli, intervenuto ai microfoni di Radio Gente Umbra – Progetti che abbiano quindi un impatto ambientale il più basso possibile, ma che allo stesso tempo ridiano vita a quella centrale ormai obsoleta e per forza di cose, visti i processi di decarbonizzazione, prossima alla chiusura”.

Una trentina i lavoratori attualmente presenti nella centrale di Bastardo la cui chiusura è prevista per fine anno. Dal primo gennaio, infatti, si darà il via al piano di dismissione che vedrà la permanenza solo di un piccolo presidio di cinque o sei persone per la messa in sicurezza dell’impianto. Impianto che sarà poi scollegato dalla rete elettrica nazionale. L’invito dei sindacati è quindi ad approfondire tutte le ipotesi possibili di trasformazione della centrale, con al centro il binomio sviluppo-occupazione e la scongiura di ipotesi di dismissione o vendita.

Per quanto concerne, invece, la centrale di Pietrafitta, con il personale entrato di recente in stato di agitazione per la richiesta di investimenti e garanzie occupazionali, i sindacati reputano insufficienti i 15 milioni previsti da Enel per l’ammodernamento. Cgil, Cisl e Uil chiedono, altresì, la bonifica e l’utilizzo delle aree di proprietà Enel di Pietrafita e Bastardo, per creare sviluppo ed occupazione anche in settori innovativi come quello della mobilità elettrica.

“Insomma – scrivono i sindacati – Enel non può andarsene a costo zero dopo oltre cinquanta anni di permanenza. Non può neanche – continuano – indebolire i presidi esistenti. Al contrario deve creare occupazione valorizzando le proprie risorse. La perdita di Enel a Gualdo Cattaneo – concludono i Cgil, Cisl e Uil – segnerebbe l’ennesima sconfitta per chi amministra quei territori e per la Regione, che resta incatenata alla crisi con una disoccupazione record, con i consumi in calo e con tante vertenze di lavoro aperte”.

Ha collaborato Maria Tripepi

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