Ammonta a 350.572 euro il contributo di cui potrà disporre il Comune di Foligno per far fronte all’emergenza alimentare dettata dal Coronavirus, che ha imposto uno stop alla vita economica del Paese con gravi ripercussioni sulla capacità delle famiglie di provvedere all’acquisto di beni di prima necessità. Si tratta di soldi che fanno parte del pacchetto di 400 milioni di euro stanziato dalla Protezione civile in aggiunta ai 4 miliardi del Fondo di solidarietà che il Governo anticiperà agli Enti locali, garantendo loro una migliore gestione dell’attuale situazione legata alla diffusione della pandemia.
Ad usufruirne, come detto, tutti i Comuni italiani sulla base di precisi criteri: una quota pari all’80 per cento sarà ripartita in proporzione alla popolazione di ciascun Comune; mentre il restante 20 per cento terrà contro della distanza tra il valore del reddito pro capite di ciascun comune e il valore medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione. Guardando alle cifre che verranno ripartite negli altri Comuni della Valle Umbra si andrà, dunque, dai 56.881 euro erogati a Trevi ai 52.510 di Spello, dai 42.763 euro di Gualdo Cattaneo ai 41.233 di Nocera Umbra. E ancora dai 39.768 euro di Montefalco ai 34.240 euro di Bevagna e fino ad arrivare si 27.501 euro di Giano dell’Umbria e ai 9.793 euro di Valtopina.
I fondi messi a disposizione dalla Protezione civile, attraverso l’ordinanza 658 del 29 marzo scorso così come firmata da Angelo Borrelli, si tradurranno – come detto – in risorse da destinare a misure urgenti di solidarietà alimentare. A queste si potranno aggiungere, così come previsto dal documento, anche eventuali donazioni. In quest’ottica è stata autorizzata ai Comuni l’apertura di appositi conti correnti bancari o postali all’interno dei quali far confluire ulteriori somme di denaro. Le donazioni raccolte e le somme distribuite dalla Protezione civile ai singoli Comuni, serviranno concretamente all’erogazione di buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di generi comunali negli esercizi commerciali contenuti nell’elenco pubblicato da ciascun ente locale nel proprio sito istituzionale; oppure per l’acquisto diretto di beni alimentari e prodotti di prima necessità.
A svolgere un ruolo chiave saranno gli uffici dei servizi sociali, chiamati ad individuare “la platea dei beneficiari – si legge nell’ordinanza – e il relativo contributo tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19 e tra quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico”. Per l’acquisto e la distribuzione dei beni, infine, i Comuni potranno avvalersi degli enti del terzo settore attivi nella distribuzione alimentare nell’ambito del Programma operativo del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD).