È un Umbria a due velocità quella che si muove sul fronte della raccolta differenziata. A dirlo è il presidente regionale di Legambiente, Maurizio Zara, alla luce dei recenti dati pubblicati dall’Arpa e riferiti al 2019. Sebbene, infatti, rispetto al 2018 si sia registrato un incremento della differenziata di 2,7 punti percentuali per un dato complessivo del 66,1 per cento, ci sono territori cosiddetti “ritardatari”.
È il caso del Folignate e dello Spoletino gestiti dalla Valle Umbra Servizi. Per Zara si tratta di “una situazione critica con dati per nulla incoraggianti sul fronte della raccolta differenziata, fatta eccezione per Foligno che si attesta intorno al 61 per cento – ha detto, intervistato dalla redazione di rgunotizie.it -. Ci sono Comuni – ha infatti proseguito – che hanno percentuali che oscillano tra il 35 e il 45 per cento, quando ci sono realtà umbre che hanno già raggiunto il 60 per cento di differenziata”.
Una questione di quantità, dunque, ma non solo. Come sottolineato dal presidente umbro dell’associazione ambientalista, infatti, i comprensori del Folignate e dello Spoletino non brillano neppure per qualità. Pecca che si riscontra soprattutto là dove non è stato ancora avviato il porta a porta. “Senza il porta a porta e, dunque, l’eliminazione del c – ha infatti commentato Maurizio Zara – non c’è qualità, perché non c’è controllo”. Per il presidente di Legambiente, quindi, si pone “la necessità – ha sottolineato – di lavorare per innalzare la percentuale di differenziata, ma – ha aggiunto – si continua a rimandare. Non c’è – ha ribadito – la ferrea volontà di adeguarsi al mondo che cambia”.
Una maglia nera che interessa anche la qualità della frazione dell’organico, soprattutto per quanto riguarda la presenza di inquinanti a cominciare dalla plastica. Anche in questo caso a fronte di situazioni positive come quelle fatte registrare nel 2019 in Comuni come Foligno e Bevagna dove la percentuale di materiale non compostabile è risultata inferiore al 5 per cento, si hanno anche fotografie più critiche come quelle che arrivano da Spoleto al 12,3 per cento o da borghi come Valtopina al 15,1 per cento, Gualdo Cattaneo al 16 per cento e Nocera Umbra al 16,9 per cento.
Per il presidente Zara occorre, dunque, invertire la rotta. “Vanno rimodulati i servizi rendendoli più efficienti – ha detto – accompagnandoli ad una importante azione di comunicazione per aumentare la qualità della frazione organica in tutti i territori. Eliminare la plastica dall’organico consente anche di ridurre lo scarto che torna in discarica, nonché ottenere un compost di qualità che potrà essere usato come fertilizzante organico per i suoli”.
Capitolo a parte quello del riciclo che in Umbria, secondo quanto spiegato dal presidente di Legambiente, eccelle per casi come il biodigestore di Casone per l’organico o la Cartiera di Trevi mentre pecca, ad esempio, nel riciclo di plastica data la completa assenza di impianti o sul fronte dell’indifferenziato a causa di impianti che Legambiente apostrofa come obsoleti.