Demoralizzati. È così che si sentono i gestori di bar, ristoranti, pub, pizzerie, pasticcerie e gelaterie alla luce delle ultime disposizioni del Governo per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Il Dpcm firmato nella mattinata di domenica 25 ottobre dal premier Giuseppe Conte, infatti, consente l’attività di ristorazione all’interno dei locali solo dalle 5 alle 18. Passate le 18, dunque, resta consentito solo il servizio d’asporto e quello delle consegne a domicilio fino alle 24.
Una stretta che rischia di mettere in ginocchio un settore, come quello della ristorazione, che già la scorsa primavera aveva risentito pesantemente del lockdown e che con la riapertura era stato sottoposto a tutta una serie di disposizioni ad hoc volte a garantire il distanziamento sociale e quindi a contrastare la diffusione del contagio, come spiegato ai microfoni di Radio Gente Umbra dal presidente di Confcommercio Foligno, Aldo Amoni. “Sono state colpite attività che erano già in sicurezza – ha commentato -. Attività alle quali erano già stati fatti spendere tanti soldi per mettersi in pari con le disposizioni e che ora sono costrette ad una nuova chiusura. È una tragedia”.
Aldo Amoni, dunque, boccia il provvedimento e punta il dito contro la grande confusione che il susseguirsi in pochi giorni di diversi provvedimenti a livello nazionale, regionale e comunale ha creato tra gli addetti ai lavori. “Sarebbe stato meglio chiudere completamente – ha proseguito -, perchè chiudere alle 18 non ha senso. In più, inizialmente era prevista la chiusura anche la domenica, ora fortunatamente potranno rimanere aperti. Insomma, c’è grande confusione”.
Seppur bocciata, quindi, la manovra che vuole i locali chiusi dalle 18, per Aldo Amoni è importante che si preservi il periodo natalizio. “Siamo disponibili a chiudere purché si salvaguardi il Natale – ha infatti commentato -, anche se siamo tutti demoralizzati. E ho paura che questo sentimento possa sfociare in rabbia”. Un destino condiviso purtroppo con altre realtà. Ad essere colpiti dalle nuove disposizioni, infatti, sono stati anche i cinema e i teatri, le palestre e le piscine, i centri benessere e termali. Tutti costretti alla chiusura nonostante l’adeguamento alle vigenti norme anti-contagio.
E sul nuovo Dpcm è intervenuto anche il sindaco di Foligno.“Sono amareggiato per questa chiusura voluta dal Governo Conte, inutile e dannosa per la nostra economia” ha dichiarato. “Prevedere la chiusura alle 18 per bar e ristoranti equivale a costringerli sostanzialmente alla chiusura” ha proseguito il sindaco, che ha chiesto “immediati aiuti economici alle categorie direttamente colpite e a quelle che ne subiranno anche le conseguenze riflesse”. “L’amministrazione comunale – ha quindi concluso – farà tutto ciò che è nelle proprie possibilità per andare incontro ai cittadini e ai lavoratori più colpiti da queste chiusure, ma il Governo deve fare la sua parte e presto”.