Ore 18, saracinesche che si abbassano. Il nuovo Dpcm impone la chiusura di bar e ristoranti. Anche a Foligno la situazione è simile a quella di altre città d’Italia. I locali che rimangono aperti lo fanno per lavorare sull’asporto e la consegna a domicilio. Tra qualche giorno la prova più dura. Alle porte c’è infatti il fine settimana, ovvero il momento più importante per baristi e ristoratori in termini d’incassi.
Un comparto, quello della somministrazione di bevande e alimenti, già fortemente provato dal lockdown della scorsa primavera e che è riuscito a rialzare parzialmente la testa grazie ad un’estate in cui movimento c’è stato. Ora però inverno è alle porte e il provvedimento del Governo impone la serrata alle 18 almeno fino al 24 novembre.
Nella difficoltà, c’è chi non ha voluto gettare la spugna e in un momento di crisi ha deciso di reinventarsi.
E’ il caso di Tommaso e Camilla, che insieme a papà Sergio mandano avanti la storica pasticceria di famiglia. Da questa settimana cambierà l’orario d’apertura, che sarà continuato fino alle 17. Per loro il nuovo Dpcm è stata l’occasione per proporre ai clienti una vecchia tradizione casalinga. “Abbiamo pensato di tirare fuori i nostri ricordi d’infanzia, quando andavamo a cena dai nostri nonni – racconta Tommaso Merendoni dell’omonima pasticceria e pizzeria -. Nostro nonno stendeva la pizza, facendola più grande rispetto a quella che solitamente mangiavano i clienti. Abbiamo quindi pensato di riproporre la pizza al piatto che si faceva a casa, aprendo alle sei della mattina e proseguendo con l’orario continuato fino alle 17 per ospitare a pranzo le persone”.
E proprio in merito alle “vecchie tradizioni”, ce n’è una tutta folignate: quella dello “sdijunittu” parola che in dialetto intende una merenda o comunque un piccolo pasto per spezzare la fame. A proporla a metà pomeriggio, al posto del classico apertivo pre-serale nella zona della “movida”, è un ristoratore di piazza Don Minzoni. “Oltre all’attivazione del servizio online per l’asporto e la consegna a domicilio, che viene effettuata con i nostri mezzi, abbiamo deciso di reinventarsi con un’altra novità – spiega Paolo Berti, proprietario del ristorante ‘Me Te Magno’ -. Per tutti i sabati di questo parziale lockdown faremo lo ‘sdijunittu’ tra le 16 e le 17.59, proprio nel momento in cui il locale chiude”.
C’è chi, anche in tempo di pandemia, ha voluto guardare con ottimismo al futuro con nuove aperture. Il centro di Foligno, nella settimana precedente l’ultimo Dpcm, aveva visto l’apertura di un nuovo ristorante all’interno degli storici spazi del Cinema Astra. Nemmeno il tempo di aprire, che i gestori già sono stati costretti a reinventarsi.
“Avevamo già deciso di aprire nel mese di ottobre, ma con il nuovo Dpcm abbiamo dovuto rimodulare il tutto – afferma Evaristo Pacchia, gestore del ‘Mai Thai’ -. Abbiamo preso delle decisioni abbastanza veloci, puntando sull’asporto durante la settimana. Per il fine settimana abbiamo deciso invece di creare degli appuntamenti più mirati come dei brunch per il sabato e la domenica”.
Non solo bere e mangiare, i provvedimenti contro la pandemia da mesi stanno interessando anche titolari ed organizzatori di eventi culturali
“Dentro le mura del cinema Astra sono passati almeno 100 anni di cultura – dice Ilaria Possanzini, che gestisce lo spazio culturale e vendita dischi dell’ex cinema di via Mazzini -. A noi sarebbe piaciuto portare avanti il più possibile questa tradizione. Purtroppo però è un periodo veramente difficile per questo settore. Cercheremo, una volta superato questo terribile periodo, di ricominciare con spettacoli ed eventi culturali”.
LE INTERVISTE VIDEO AI RISTORATORI: https://www.facebook.com/watch/?v=641779426486492