L’Umbria cambia colore. L’aggravarsi della situazione legata al Covid-19 trasformerà da domani (mercoledì 11 novembre) la regione in “zona arancione”. In arrivo dunque misure più stringenti per cercare di contenere l’epidemia. Provvedimenti che interesseranno anche altre quattro nuove regioni: Abruzzo, Basilicata, Liguria e Toscana, che vedranno quindi modificata ancora di più la quotidianità dei cittadini. Il verdetto è arrivato al termine dell’analisi dei numeri riportati nel report redatto dal ministero della Salute e dalla Cabina di regia. Si tratta del report numero 25, che analizza con una sintesi nazionale ciò che riguarda il periodo dal 26 ottobre al 1° novembre.
I NUMERI – L’Umbria si è “guadagnata” la zona arancione a fronte di un aumento dei casi, che ha portato l’indice Rt a 1.44 e con 3.211 casi nella settimana di riferimento. Indice che sale a 1.53 se valutato nei 15 giorni. L’incidenza è di 674.44 nuovi contagi ogni 100mila abitanti nei 14 giorni (364,77 nella settimana), con una valutazione della probabilità di diffusione definita “Moderata” dagli indicatori del monitoraggio. Ad impensierire è senza ombra di dubbio la “Valutazione dell’impatto” della pandemia in regione, definita “Alta”. Valore che intende un sovraccarico delle terapie intensive, nuovi focolai nelle Rsa, case di risposo ed ospedali. E se da una parte i focolai vengono valutati in diminuzione, l’occupazione dei posti in terapia intensiva dieci giorni fa era invece al 40%; al 39,6% invece quello delle altre aree mediche. Nel report è specificata anche la probabilità – oltre il 50% – di un’escalation dell’occupazione dei posti letto in ospedale. Rispetto invece ai tamponi, nel periodo dal 26 ottobre al 1° novembre la percentuale di test positivi è stata del 30,2% rispetto a quelli analizzati.
IL COMMENTO – Il monitoraggio settimanale conferma, a livello nazionale, che l’epidemia “è in rapido peggioramento” e “sono in aumento le Regioni in cui la velocità di trasmissione e già compatibile con uno scenario 4”. “La situazione descritta nella relazione – si legge nella sintesi del ministero della Salute – evidenzia forti criticità dei servizi territoriali e il raggiungimento attuale o imminente delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri in tutte le Regioni/PA”.
COSA CAMBIA – La “zona arancione” vieta ai cittadini di circolare dalle 22 alle 5 del mattino, salvi comprovati motivi di lavoro, necessità e salute: coprifuoco già presente anche nella “zona gialla”. Vietati poi gli spostamenti in entrata e in uscita da una Regione all’altra e da un Comune all’altro, salvo comprovati motivi di lavoro, studio, salute, necessità. Raccomandazione di evitare spostamenti non necessari nel corso della giornata all’interno del proprio Comune. Rispetto invece alle attività economiche, chiudono bar e ristoranti. L’asporto è consentito fino alle 22, mentre per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni. I centri commerciali chiudono nei giorni festivi e prefestivi, ad eccezione di farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole al loro interno. Stop anche a musei e mostre. Per quanto riguarda la scuola, prevista la didattica a distanza alle superiori, fatta eccezione per gli studenti con disabilità e in caso di uso di laboratori. Didattica in presenza per le scuole d’infanzia, elementari e medie (in Umbria quest’ultime usufruiscono della Dad). Mezzi di trasporto pubblici ridotti al 50% della capienza, ad eccezione di quelli scolastici. Sospese le attività di sale giochi, sale scommesse, bingo e slot machine anche nei bar e nelle tabaccherie. Rimangono chiuse piscine, palestre, teatri e cinema, mentre saranno ancora aperti i centri sportivi. Aperti anche parrucchieri e centri estetici.