“Patto x Foligno” e Foligno in Comune si uniscono alla protesta dei residenti di Prato Smeraldo contro la demolizione della “casetta blu”. Una protesta, lo ricordiamo, montata subito dopo l’annuncio dell’amministrazione rispetto all’abbattimento della struttura nel parco. Ferma la volontà del comitato di quartiere e del circolo Subasio di scongiurane la demolizione, testimoniata, anche, dall’avvio di una raccolta firme. Ed ora anche i due movimenti di centrosinistra hanno deciso di sposare la causa.
“Un brutto regalo di Natale – si legge in un comunicato di Patto x Foligno -, un atto di forza che spegne entusiasmo e partecipazione dei cittadini di un quartiere popoloso e vivace”. Nella giornata di lunedì, attorno alla casetta blu sono comparsi i mezzi con cui il Comune starebbe per procedere alla demolizione. “Mancanza di un progetto di ricostruzione e di un’idea di recupero”: questi i termini della condanna che Patto x Foligno rivolge all’amministrazione di palazzo Orfini Podestà. Rea, secondo la forza politica, di non prendere in considerazione l’attivismo civico e l’associazionismo locale che, proprio negli ultimi giorni, stava rinascendo a Prato Smeraldo. “Occorrono politiche di integrazione – spiegano da Patto x Foligno – e non un intervento a gamba tesa della giunta, brutale e senza partecipazione. Siamo di fronte – concludono – ad una dimostrazione di forza mirata a censurare le attività di una cittadinanza che aveva dato prova di grande attaccamento al quartiere e alla città”.
Parole cui fanno eco quelle di Foligno in Comune. “Siamo al fianco di cittadini ed associazioni di Prato Smeraldo che non vogliono la demolizione della casetta blu – si legge in una nota diffusa dalla forza politica – e che chiedono di combattere il degrado con la sua riqualificazione e con nuovi servizi per tutti”. Una presa di posizione che trova giustificazione in un’idea di città dove, parole del direttivo di Foligno in Comune, si dà spazio ai cittadini e priorità alla vita sociale dei quartieri. “Questo chiedevamo alle scorse amministrazioni – scrivono – e questo continuiamo a chiedere a questa. La città del futuro – concludono – è una città in comune”.