18.3 C
Foligno
mercoledì, Novembre 5, 2025
HomeCronacaSequestrati beni per oltre 1,2 milioni di euro ad un’azienda tessile del...

Sequestrati beni per oltre 1,2 milioni di euro ad un’azienda tessile del Folignate

Pubblicato il 1 Febbraio 2021 10:58 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:51

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

Foligno, il Pd chiede la convocazione della terza commissione per dare voce ai giovani

Dopo l’incontro degli scorsi mesi sul disagio giovanile, la minoranza ha avanzato una richiesta alla coordinatrice Tiziana Filena per l’audizione di studenti e ragazzi appartenenti alle associazioni del territorio. Obiettivo ascoltarne bisogni e richieste

L’Ottobre Trevano chiude con un bilancio più che positivo

Tra migliaia di turisti, enogastronomia, tradizione e folklore la manifestazione che ogni anno fa da ponte tra estate e autunno si è dimostrata un successo anche per il 2025. Falasca: "Risultato di un grande lavoro di squadra"

Foligno, giovedì circolazione stradale sospesa tra Scopoli e Cancelli

Lo stop alle auto scatterà alle 9 per poi cessare alle 18 e interesserà un tratto lungo 4,5 chilometri. Il provvedimento preso per consentire lo svolgimento di un test di rally

Fatture false, bancarotta fraudolenta, occultamento di scritture contabili, fittizi trasferimenti di proprietà e persino autoriciclaggio: sono i reati contestati ad un sodalizio criminale composto da appartenenti alla stessa famiglia operante nel comprensorio folignate nel comparto tessile.

Condotta dagli uomini della guardia di finanza di Foligno diretti dal capitano Antonio Auriemma e coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Spoleto, l’indagine – denominata “Black machine” – ha portato al sequestro di più di 100 macchinari, quote societarie, automezzi e un immobile, per un valore complessivo di circa un milione e duecentomila euro, ma non solo. Per il pater familias, è scattata anche la la misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività imprenditoriale.

Ma come funzionava il sistema messo in atto dai vertici societari? L’azienda in evidente difficoltà economica a causa dei numerosi debiti contratti, vende i beni strumentali a dei prestanome per salvaguardarli dai creditori. La vendita, dunque, avviene solo su carta, dal momento che le attrezzature restano nella disponibilità della proprietà. A questo punto viene aperta una nuova partita Iva. L’azienda, dunque, continua a lavorare, ma sotto una nuova società. I dipendenti vengono licenziati, senza però che gli venga versato il tfr né alcuni degli stipendi maturati. E sono proprio loro a far scattare le indagini, presentando un esposto. Da qui, dunque, prende il via l’attività investigativa. Nel frattempo, anche la seconda società fallisce. Il sistema, quindi, si ripete e nasce una nuova azienda – la terza – “che – spiega il capitano Auriemma – sta attualmente lavorando”.

“La gravità della situazione e la reiterazione dei vari illeciti – commenta il capitano delle fiamme gialle folignate – ha così comportato, oltre al sequestro dei beni, la misura cautelare personale dell’interdizione della carica di amministratore per un anno. La prima a Spoleto – conclude Antonio Auriemma – dopo tanti anni”.

L’operazione, spiegano inoltre dalle fiamme gialle, testimonia la necessità, nell’attività di contrasto ai reati di matrice economico-finanziaria, di disporre di specifiche competenze tecniche e investigative, in modo da potere fronteggiare adeguatamente la crescente complessità degli illeciti in materia, a tutela degli operatori onesti, messi già a dura prova dalle profonde difficoltà generate dall’attuale situazione di emergenza pandemica. 

Articoli correlati