Il peggio della terza ondata a Foligno sembra essere passato. A dirlo sono i numeri del contagio, illustrati dal sindaco Stefano Zuccarini nel corso del consiglio comunale di martedì pomeriggio. Un’assise chiesta in via straordinaria dalle forze di minoranza e che ha visto il primo cittadino fare il punto della situazione sui contagi e sulle scuole in città. “Con l’ordinanza del 1° febbraio – ha detto in merito il sindaco – siamo stati dei precursori, adottando delle misure aggiuntive di contenimento del Covid-19. La chiusura delle scuole ci è costata tanti sacrifici, ma la nostra ordinanza è stata un modello che ha ottenuto anche i complimenti del commissario straordinario all’emergenza dell’Umbria, Massimo D’Angelo”. Ed i frutti, per il sindaco Zuccarini, sono ben visibili: “Nel giro di poche settimane i contagi sono stati dimezzati, passando da 1.022 a 531 positivi”. L’estrema prudenza ha portato poi il Comune di Foligno a prolungare, venerdì scorso, di un’altra settimana (fino al 21 marzo) la chiusura delle scuole “con la speranza – ha specificato Zuccarini – che si possa chiudere il capitolo dello stop alle attività in presenza di nidi e materne. Il prolungamento dell’ordinanza di un’altra settimana – ha proseguito il sindaco – è servita per non mollare proprio all’ultimo minuto, evitando un’altra impennata”. Se i numeri continueranno a scendere, a Foligno dalla prossima settimana si potrà pensare a delle riaperture, almeno per i più piccoli. Nel corso del consiglio comunale, Stefano Zuccarini ha fornito i dati del contagio in città. Si è passati dai 59.34 ogni 100mila abitanti nella settimana dal 28 dicembre al 3 gennaio al picco di 541.28 nella settimana dal 1° al 7 febbraio. Numeri altissimi anche nelle settimane successive: 499 dall’8 al 14 febbraio, per poi proseguire con 471 e 451 contagi ogni 100mila abitanti nella settimana dal 15 al 21 febbraio e in quella dal 22 al 28 febbraio. In questi giorni invece, il contagio è arrivato a 215.71, al di sotto della soglia critica dei 250 nuovi positivi ogni 100mila abitanti.
OSPEDALE – Il presidio ospedaliero di Foligno ha contato sin qui 26 posti di Medicina dedicati al Covid, 14 di Medicina d’Urgenza e 10 di Terapia intensiva, per un totale di 50 posti letto rispetto all’area ordinaria. Area, appunto, in cui sono rimasti altri 230 posti letto. Gli accessi al pronto soccorso per casi Covid dal 1° ottobre 2020 al 15 marzo 2021 sono stati 845, mentre quelli ordinari 13mila. Sul fronte dei ricoveri, i casi legati al Coronavirus hanno visto 509 pazienti, di cui 369 residenti a Foligno. Nell’area ordinaria invece i ricoveri sono stati 2.940. “Nelle attività ordinarie – ha specificato Zuccarini a riguardo – i ricoveri non sono diminuiti”. Sul fronte tamponi, 17.453 quelli effettuati. Numero raddoppiato a febbraio e marzo rispetto a gennaio. Infine, i vaccini. Somministrate 4.380 dosi, di queste 3.138 ai residenti di Foligno.
ANCI E SCUOLE – Le scuole sono ancora al centro dell’attenzione dei sindaci umbri, che nella giornata di ieri hanno scritto alla presidente regionale Donatella Tesei, chiedendo una revisione dei criteri adottati nell’ultima delibera regionale rispetto alla loro chiusura. “Una richiesta – spiega il presidente Anci Umbria, Michele Toniaccini – non di generale riapertura delle scuole, ma di revisione, laddove ci siano le condizioni e i margini, dei parametri utilizzati”. Per Anci resta vincolate il parere del Cts e della sanità ma, laddove dovessero esserci le condizioni per la riapertura, è stato chiesto di poter procedere ad un approfondimento.
“RIAPRIRE LE ELEMENTARI” – “Riaprire, in sicurezza, quanto prima, le scuole elementari dell’Umbria”. È quanto dichiara il presidente dell’Assemblea legislativa Marco Squarta (FdI). “Compatibilmente agli sviluppi del quadro epidemiologico da Covid-19 – spiega Squarta – chiedo alla Regione di valutare la ripresa dell’attività scolastica in presenza nei Comuni meno colpiti dal virus. I ragazzini delle scuole primarie devono rientrare in classe appena le statistiche dei contagi torneranno compatibili con le disposizioni contenute nel Dpcm e il decreto legge. Lo scenario è migliorato rispetto a qualche giorno fa, i piccoli studenti sono chiusi in casa da troppe settimane ormai e non possono più continuare a rimanere lontano dal loro mondo, senza poter vedere gli altri bambini. Devono poter andare a scuola, come, d’altronde, i loro genitori vanno al lavoro”. “È necessario sottolineare conclude Squarta – l’importantissimo ruolo educativo svolto in questa fase dalle famiglie, alle prese con le difficoltà della Didattica a distanza, i compiti da stampare, i problemi di connessione e di isolamento dei figli dagli amici e dalla società. La pandemia dura da un anno ma del vuoto insormontabile di esperienze dei bambini si è parlato sempre troppo poco”.