L’ufficio postale di Sant’Eraclio, pesantemente danneggiato dal furto con esplosione nella notte tra il 12 e 13 febbraio scorsi, tornerà operativo verosimilmente tra un mese. A renderlo noto è proprio Poste Italiane che spiega come “i lavori di ristrutturazione dell’immobile sono entrati nel vivo in questi giorni e che la filiale tornerà in funzione indicativamente a metà giugno”. In un primo momento, la riapertura dello sportello della frazione era prevista per la fine del mese di marzo. La chiusura forzata dell’ufficio e la conseguente interruzione dei servizi, ormai dal 15 febbraio, hanno e stanno inevitabilmente creando disagi per la comunità di Sant’Eraclio. Disagi legati al fatto che i residenti sono tuttora costretti a recarsi in altri sportelli del territorio per effettuare le operazioni, soprattutto in un momento, come quello attuale, in cui è consigliato limitare gli spostamenti.
La vicenda del bancomat del borgo del Carnevale, inoltre, racchiude altre questioni, giudicate meritevoli di attenzione dal capogruppo di Foligno 2030, Mario Gammarota: la sicurezza urbana, sanitaria ed ambientale nella frazione. Tanto meritevoli che l’esponente di minoranza in consiglio comunale ne ha fatto oggetto di un’interrogazione rivolta al sindaco della città della Quintana, Stefano Zuccarini. Nel documento, Gammarota sottolinea prima come “Sant’Eraclio sia stata vittima di diversi atti di microcriminalità, vedasi il furto anche al capannone del Carnevale proprio pochi giorni prima dell’azione al Postamat”, e poi come tra i residenti stia circolando preoccupazione rispetto alla presunta presenza di amianto all’interno delle pareti della filiale danneggiata. Nella popolosa frazione folignate, dunque, sembra esserci apprensione sia per i rischi sanitari ed ambientali connessi al rilascio di fibre di amianto a seguito soprattutto dell’esplosione, sia per la caducità di eventi criminosi nella zona.
Il capogruppo di Foligno 2030 interroga quindi Zuccarini per sapere “quali siano le azioni ed i relativi tempi di realizzazione che l’amministrazione prevede per assicurare la sicurezza urbana a Sant’Eraclio, se possa realmente esistere un pericolo per cittadini e lavoratori legato alla possibile presenza di amianto nella struttura danneggiata, e se, qualora tal pericolo esistesse, in che modo il sindaco, insieme alle autorità di protezione ambientale e sanitarie competenti, possa intervenire per assicurare che i lavori di risistemazione garantiscano il corretto smaltimento di eventuali materiali nocivi”.
Sulla presenza del materiale cancerogeno nella struttura, intanto, arriva la secca smentita di Poste Italiane. “Non c’è assolutamente traccia di amianto nell’ufficio postale – dicono dall’azienda – ed eventuali ritardi sulla consegna dei lavori sono piuttosto dipesi dall’importanza dei danni che l’immobile ha subito con l’esplosione di febbraio”.