Fumata nera dall’amministrazione Zuccarini alla proposta di Foligno 2030 per potenziare la campagna di sensibilizzazione relativa alla vaccinazione contro il Covid. Un potenziamento che, secondo il gruppo d’opposizione in consiglio comunale, andrebbe posto in essere anche in luoghi quali presidi ospedalieri, sanitari territoriali e farmacie comunali, così come durante eventi cittadini importanti in calendario nelle prossime settimane, dalla Giostra della Quintana a I Primi d’Italia. Stando a quanto reso noto da Foligno 2030, “dal dibattito che ha avuto luogo giovedì in consiglio è emersa la contrarietà alla vaccinazione da parte di alcuni esponenti della maggioranza, come la consigliera Betti della Lega – sottolineano dal gruppo di minoranza – che lo ha dichiarato apertamente”. Augurandosi che tutti gli amministratori, dal sindaco agli assessori passando per i consiglieri, diano il buon esempio vaccinandosi, “anche per garantire la sicurezza nelle riunioni di consiglio e commissioni”, da Foligno 2030 continuano a sostenere che “non si possa politicizzare la gestione di una pandemia”.
“La salute delle persone – scrivono a tal proposito in una nota – deve essere un obiettivo comune, non l’oggetto di dibattito e tantomeno di disinformazione”. In particolare, la proposta bocciata dal governo Zuccarini era stata avanzata partendo dalla necessità, secondo Foligno 2030, di una “maggior sensibilizzazione in una regione, come l’Umbria, ed in una città, come quella della Quintana, dove l’età media è molto alta”. Per il partito d’opposizione, “il diritto alla libertà personale deve coniugarsi con il dovere del rispetto della salute collettiva” soprattutto quando “è ormai chiaro che l’aumento dei contagi danneggia maggiormente le persone non vaccinate e che solo con una campagna di vaccinazione diffusa si può sradicare il virus evitando lo sviluppo di nuove varianti”. Allo stesso modo, da Foligno 2030 invocavano un potenziamento della campagna di sensibilizzazione al vaccino anche nell’ottica di “ripristino delle normali attività ospedaliere a vantaggio di pazienti affetti da altre malattie anche gravi e trascurate durante le scorse ondate pandemiche”, dal momento “che – osservano infine – il vaccino aiuta a ridurre i sintomi gravi e quindi il ricorso alla terapia intensiva”.