“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare. Esso ha il potere di unire le persone in un modo che poche altre cose fanno. Parla ai giovani in una lingua che comprendono. Lo sport può portare speranza dove una volta c’era solo disperazione”
(Nelson Mandela)
Lo sport aiuta a diventare persone migliori e questa è una verità che è sotto gli occhi di tutti ogni giorno. L’educazione genitoriale e la disciplina sportiva formano un binomio inscindibile per apprendere dei valori indispensabili per la crescita personale dei nostri ragazzi.
Lo sport aiuta a confrontarsi con le sconfitte, aiuta ad accettarle, ci fa comprendere che non saremo sempre i migliori, impegna il nostro fisico mentre accresce la nostra mente, ci aiuta a superare i nostri limiti, costruisce il carattere e plasma il nostro futuro.
Le recenti olimpiadi ci hanno confermato l’assunto di Pierre de Cubertin, dove lo sport aiuta gli uomini a superare i loro limiti avvicinando la comprensione tra le culture, indipendentemente dalle loro differenze.
Ricordiamoci che lo sport già nell’antica Grecia aveva un binomio inscindibile con la cultura e l’arte, dove le gare e gli allenamenti degli atleti furono uno dei temi preferiti dagli artisti del tempo come Policleto e il suo Doriforo, o il più conosciuto Mirrone con il suo Discobolo. Nel nostro tempo lo sport ci aiuta a plasmare quel legame tra individuo arte ed ambiente, ed è per questo motivo che la nostra società dovrebbe riconsiderare lo sport nei principi fondamentali del suo essere moderna, nel suo essere divulgatrice di salute.
Già nel 2012 la rivista “Lancet” in un suo articolo “Rethinking our approch to physical activity” auspicava di ripensare il nostro approccio all’attività fisica, e rifletteva che a livello mondiale il 30% circa della popolazione adulta viene considerata inattiva perché svolge un’attività fisica al di sotto dei livelli raccomandati.
In conclusione diventa d’obbligo una riflessione, ad oggi lo sport rimane a mio avviso il ponte più sicuro per far conoscere e capire le diverse culture ai nostri ragazzi, ma soprattutto esso si rivela uno strumento straordinario per costruire competenze trasferibili in altri contesti della loro vita futura, quindi quando pensiamo ad un regalo per i nostri figli, regaliamogli più sport e meno schermi.