Le gelate di inizio aprile e l’assenza di pioggia qualche timore lo avevano creato, ma ora che la vendemmia è alle porte gli umori tra i viticoltori sono cambiati. Per Confagricoltura, l’Umbria si prepara a registrare “un recupero di volumi produttivi rispetto allo scorso anno” e il neopresidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco, Giampaolo Tabarrini, non sembra nutrire dubbi a questo proposito. “Non sono abituato a fare previsioni sulle rese delle vigne in anticipo – commenta -, anche perché in agricoltura tutto può succedere, persino l’ultimo giorno. Però, diciamo che siamo a circa un 70% della resa ordinaria che si potrebbe avere in una stagione senza problemi”.
Se confermati, questi numeri garantirebbero quella che Tabarinni apostrofa come una “resa perfetta” capace di far “ben sperare anche da un punto di vista qualitativo”. “Anche se – sottolinea – finché non faremo il vino, non saremo in grado di dire se i livelli qualitativi di quest’anno saranno leggermente superiori o inferiori a quelli del 2020. Anno che – prosegue – ci ha regalato una vendemmia generosa sotto ogni aspetto: buona in termini quantitativi, meravigliosa in termini qualitativi. Ricorderemo il 2020 per la pandemia, ma quando berremo quell’annata anche per l’alta qualità del vino”.
Intanto qualche viticoltore umbro ha già iniziato con la raccolta delle uve più precoci, ma la vendemmia vera e propria prenderà il via solo dalla metà di settembre per poi concludersi intorno ai primi giorni di novembre. “Si partirà dalle uve bianche – spiega Giampaolo Tabarrini – e si andrà avanti fino ai rossi tardivi. Rispetto alla stagione precedente ci aspettiamo qualche ritardo dovuto alle gelate di aprile, che hanno inciso sulla maturazione fenolica delle uve. Quando si registrano delle gelate – commenta infatti – la pianta va, per così dire, in pausa e quindi perde quei 7-10 giorni per rimettersi in forma e riprendere il suo percorso. Per cui – conclude – dovrà recuperare il tempo ‘perso’ prima di poter essere raccolta”.