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Centro studi, Zuccarini lamenta criticità. Sigismondi (Pd): “Collegio dei revisori riferisca”

Pubblicato il 8 Ottobre 2021 08:20 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:46

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Un presidente dimissionario non ancora sostituito, la Regione Umbria che – delibera alla mano – ha deciso di rescindere il rapporto associativo, il taglio del contributo da parte del Comune di Foligno nel corso delle ultime due annualità e conti che – ha detta del sindaco Zuccarini – evidenziano delle “opacità”. Sono le questioni finite sul tavolo della Commissione controllo o garanzia convocata dal coordinatore David Fantauzzi (M5S) per discutere della situazione del Centro studi “Città di Foligno”.

Vicenda tornata di nuovo sotto i riflettori dopo che, ad occuparsene, era stato lo scorso 31 agosto il consiglio comunale in virtù di un’interrogazione presentata dalla minoranza di centrosinistra. E dopo che, nelle scorse ore, con un’apposita delibera, la giunta Tesei ha messo nero su bianco la volontà di uscire dall’associazione, anche se la decisione non è stata ancora comunicata formalmente. Vicenda, quest’ultima, rispetto alla quale il sindaco Zuccarini si è detto perplesso e stupito. “Provvederemo a chiarire la questione con la Regione – ha spiegato ai commissari – intanto l’attività del Centro studi va avanti”.

“Nessuno vuole sminuire il ruolo del polo universitario – gli ha fatto eco l’assessore Paola De Bonis -. Prova ne è – ha aggiunto – il contributo di 10mila euro per l’avviamento del Corso di laurea in ingegneria e i progetti portati avanti in questi anni, in linea con quanto fatto precedentemente”. A proposito del taglio del contributo annuale da parte del Comune, Paola De Bonis ha spiegato come la decisione sia dipesa dal “taglio ad altre spese di bilancio e da una riduzione delle attività” dovuta anche alla situazione pandemica. Numeri alla mano, nel 2020 sono stati stanziati 120mila euro contro i 150mila dell’anno precedente. Nel 2021, invece, si è scesi a 80mila euro, “cifra base – ha detto De Bonis – prevista dallo statuto”. Anche se, secondo quanto dichiarato dal presidente dimissionario Enzo Carnevali, convocato ed intervenuto in commissione, il Centro studi “ha dei costi strutturali che rendono necessario un investimento superiore”.

Investimento che, parole del primo cittadino, sarà oggetto di valutazione. Così come l’amministrazione si è impegnata a mettere a disposizione nuovi spazi richiesti dal consigliere del Centro studi, Stefano Brancorsini, e risollecitati dalla consigliera Rita Barbetti (Pd).

Ad oggi, però, quello che emerge per i commissari di centrosinistra è un depotenziamento della struttura che rischia di minarne il futuro, testimoniato anche dal minore stanziamento di fondi e aggravato dall’uscita di scena della Regione, che Elia Sigismondi (Pd) ha bollato come “squisitamente politica”. “Se le spese ci sono e il contributo viene ridotto – ha sottolineato – o le risorse vengono reperite altrove o l’esercizio si chiude con segno negativo”. Per Sigismondi, dunque, “c’è aria di smobilitazione”.

E proprio i conti sono stati oggetto di intervento da parte del sindaco Zuccarini che ha parlato di un’analisi di bilancio da cui sono emerse “sacche di spreco”, riferendo di “una dipendente, l’unica del Centro studi, con funzioni di segretaria che costa più di una posizione organizzativa del Comune” e di criticità “nella gestione dei conti correnti e delle carte e di spese telefoniche per 3.700 euro”. “Se ci sono opacità – ha ribattuto Sigismondi – vanno approfondite. Chiedo formalmente – ha quindi aggiunto – che il Collegio dei revisori attuale e anche quelli precedenti vengano in commissione a riferire”.

Intanto per lunedì 11 ottobre è convocato il Cda del Centro studi e in quella data si potrebbe conoscere il nome del nuovo presidente, chiamato a sostituire il dimissionario Carnevali, dopo il passo indietro dovuto, ha dichiarato, alla “fatica di andare avanti all’interno del Cda”. Mentre il primo cittadino ha ribadito la necessità di “ripensare la struttura giuridica” dell’Ente di via Oberdan, trasformandolo da associazione in fondazione. “Cosa che consentirebbe – ha concluso – un controllo ancora più rigido delle spese effettuate”.

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