Sono 4.712 le prestazioni arretrate soddisfatte dal 26 ottobre al 23 novembre. A dirlo è l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, che, sulla questione, appunto, delle liste d’attesa, ribadisce il “massimo impegno” della Regione. La stessa che, come da lui spiegato, sta portando avanti un’attività di stretto monitoraggio dell’avanzamento del programma di gestione delle prestazioni rimaste in stand-by. Insomma, l’assessore parla di un Servizio sanitario umbro “fortemente impegnato nel rispondere alle esigenze della popolazione”, nonostante l’inevitabile e massiccia erogazione di servizi legati alla pandemia, come vaccinazioni, tamponi, tracciamento e ricoveri.
L’attività di monitoraggio delle liste d’attesa, così come riferito sempre dall’assessore di palazzo Donini, sta passando attraverso riunioni periodiche con i dirigenti generali delle Aziende sanitarie ed ospedaliere. E proprio da uno di questi vertici, quello del 2 dicembre, è emersa una riduzione della numerosità dei percorsi diagnostici terapeutici non soddisfatti.
A snocciolare qualche dato è lo stesso Coletto. “Nel periodo che va dal 26 ottobre al 23 novembre – evidenzia – le prestazioni non evase sono passate da 79.227 a 75.055 con una riduzione di -4.712 prestazioni”. In generale, “le prestazioni evase complessivamente – osserva quindi l’assessore – sono passate da 782.755 a 820.110 con una differenza di +37.355 (comprensiva, chiaramente, delle quasi 5mila arretrate recuperate, ndr)”. Numeri che, nonostante il contesto attuale condizionato dalla pandemia, dimostrano, secondo Coletto, come la gestione delle liste d’attesa, soprattutto finalizzate all’abbattimento dei percorsi di tutela generati nelle precedenti ondate pandemiche, rimanga una priorità.
L’assessore regionale alla Salute, inoltre, ricorda come sia stata programmata l’apertura festiva delle agende in tutte le Aziende, ed in particolare per le branche con il più alto numero di richieste. Da palazzo Donini fanno infine sapere che sono stati individuati dei gruppi tecnici per definire dei criteri vincolanti di appropriatezza prescrittiva, soprattutto per le prestazioni in cui è documentato un elevato livello di inappropriatezza.