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L’Unione dei Comuni Terre dell’olio e del sagrantino al lavoro sulle comunità energetiche

Pubblicato il 18 Gennaio 2022 11:59 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:22

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Al via l’iter per promuovere la creazione di comunità energetiche e di autoconsumo collettivo. Quello, di fatto, partito con la mozione firmata il 29 novembre scorso da tutti i sindaci dell’Unione dei Comuni delle Terre dell’olio e del sagrantino e che prevede il coinvolgimento di cittadini e l’impiego di aree o edifici di proprietà comunale. Nel dettaglio, stando a quanto reso noto dalla stessa Unione, verranno sostenute prioritariamente quelle forme di configurazioni che generano benefici diretti. Da qui, la riduzione dei costi in bolletta per cittadini con maggiore disagio economico a rischio povertà energetica. Ora ai sindaci spetta il compito di individuare un soggetto partner qualificato e qualificante per poter effettuare lo studio di fattibilità.

Intanto, due primi cittadini dell’Unione, Bernardino Sperandio e Elisa Sabbatini, rispettivamente presidente e vicepresidente, hanno precisato alcuni aspetti. “Con le comunità energetiche – hanno detto – i consumatori di energia elettrica potranno associarsi per realizzare configurazioni di autoconsumo collettivo, anche in base alla nuova normativa recentemente approvata dal Parlamento relativamente allo scambio sul posto tramite cabina primaria”. Sempre dall’Unione sottolineano come potrà essere attivato da famiglie e soggetti che si trovano nello stesso edificio o condominio, purché i soggetti diversi dalle famiglie non producano energia come attività principale. Così come da comunità energetiche alle quali possono partecipare persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, ubicati in un perimetro più ampio rispetto a quello condominiale, purché la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non costituisca l’attività commerciale e industriale principale.

In virtù “del prezzo di mercato della quota energia prodotta da fonti rinnovabili e non, attualmente schizzata alle stelle”, Sperandio e Sabbatini riflettono sull’importanza del progetto. “Rimane imprescindibile per gli amministratori – hanno osservato – creare la comunità energetica e la condivisione della stessa in modo da generare reddito per chi decide di mettere a disposizione l’energia prodotta dal proprio impianto rinnovabile e di andare a incidere direttamente sulla povertà energetica di moltissime famiglie”. Volendo fare un esempio pratico, si pensi alla possibilità di realizzare una comunità energetica con un impianto installato sul tetto di una scuola, utilizzando l’energia prodotta per la stessa e fornendo l’eccedenza ai cittadini membri della comunità.

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