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Il sindaco di Trevi spinge sul Pnrr per il rilancio delle aree montane

Pubblicato il 1 Gennaio 2023 09:09 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:20

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Chiede di riprendere e dare piena applicazione al Contratto di Paesaggio il sindaco di Trevi Bernardino Sperandio per il rilancio delle aree montane, approfittando delle opportunità del Pnrr. Nel 2014, infatti, nella prestigiosa sala dei Notari di Perugia, i rappresentanti dei Comuni di Foligno, Trevi, Sellano, le Comunanze Agrarie di Coste, Ponze, Orsano e la parrocchia di Sant’Eraclio di Foligno firmarono un protocollo d’intesa con la Regione Umbria per la sua attuazione.

“Sono passati otto anni dalla firma del Contratto di Paesaggio – ha spiegato Sperandio – e ora è arrivata l’opportunità dei finanziamenti del Pnrr per sostenere un progetto che rispecchia pienamente tutti gli indirizzi che ispirano il piano europeo dell’economia verde, dell’assetto idrogeologico e della sostenibilità. Il Contratto di Paesaggio si inserisce perfettamente nei temi della programmazione dei Pnrr, cui la Regione Umbria è auspicabile possa dare seguito anche in conseguenza degli impegni presi nel 2014. Non è pensabile perdere questa occasione con un progetto esecutivo pronto, con gli attori che ancora hanno la voglia e l’entusiasmo di intraprendere la strada del rilancio della montagna”. “In quest’ottica mi auguro – ha proseguito Sperandio –  che in Regione venga ripresa e discussa la mozione presentata dal consigliere Michele Bettarelli l’11 aprile di quest’anno in seconda commissione, per dare sostegno a un progetto fondamentale per il rilancio delle aree montane dell’Appennino comprese nei comuni di Foligno, Trevi e Sellano”. “Un progetto al tempo innovativo – ha commentato il sindaco Sperandio –, voluto e partecipato dal basso, che aveva come obiettivo il rilancio sociale, culturale, economico, naturalistico e paesaggistico delle zone di montagna comprese nei territori comunali. Un progetto che voleva dare delle risposte concrete a quelle persone che, ancora, eroicamente, vivono nei paesi della montagna, che andrebbero aiutate con contributi per rimanere a curare un territorio in abbandono. Persone che se aiutate avrebbero la possibilità di conservare le tradizioni, curarne la bellezza, garantire la sicurezza dei luoghi di pianura con la manutenzione dei versanti, garantire la biodiversità, contribuire al benessere della società con contributi artistici o culturali”. “Lo Stato in questi ultimi anni con l’istituzione delle Aree Interne – ha concluso Sperandio – ha cercato giustamente di dare una risposta allo spopolamento delle zone di montagna. In queste aree sono arrivati importanti finanziamenti, al contrario di altre che ne sono state escluse. Non è pensabile che nella nostra epoca il rapporto fra territori fortemente antropizzati di pianura o di media collina con le aree montane s’interrompa definitivamente. Una cesura inaccettabile, socialmente ed economicamente miope, da scongiurare per intraprendere un percorso di ricucitura in un giusto equilibrio delle parti”.

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