Abbattuto, nella notte tra lunedì e martedì, l’autovelox sulla Ss3 Flaminia all’altezza di Valtopina. Un atto vandalico in piena regola, spiegano dal comando della polizia municipale, giacché il palo che sorregge le telecamere è stato letteralmente tagliato, verosimilmente con un flessibile da taglio. Non solo. No, perché, stando a quanto si apprende, è stato anche aperto e danneggiato il quadro di comando, così come sono state danneggiate pure altre componenti del rilevatore fisso di velocità. Le indagini per ricostruire le dinamiche dell’episodio della scorsa notte sono tuttora in corso. Ciò nonostante potrebbe essere difficile risalire ai colpevoli, dal momento che nella zona non sembrano esserci sistemi di video sorveglianza che abbiano potuto catturarli all’opera. Intanto, una volta contattata la ditta esterna che gestisce la struttura, la direzione sembra essere quella che porta a sporgere una denuncia per danneggiamento.
Rimbalzata qua e là anche sulle piattaforme social, la notizia dell’abbattimento dell’autovelox all’altezza di Ponte Rio ha fatto rumore. Lo stesso rumore che aveva fatto un’altra notizia, quella della sua installazione un anno fa per mano dell’Ente di Valtopina. Un rumore, in quell’occasione, non solo social ma anche di carattere politico. Sì, perché il posizionamento del discusso rilevatore era fin da subito divenuto terreno di scontro tra i Comuni di Nocera Umbra, che parlava di pendolari penalizzati, e della stessa Valtopina. In particolare, l’allora consigliere e non ancora sindaco della città delle acque, Virginio Caparvi, ritenendo non così necessario l’autovelox, aveva tacciato il Comune di Valtopina di essersi mosso con furbizia. “Tutti abbiamo a cuore la sicurezza stradale – aveva detto l’attuale primo cittadino di Nocera Umbra – ma l’incidentalità su quel tratto di strada è bassa se non addirittura assente”. Da qui, l’idea che dietro l’installazione si nascondesse “un tentativo di consolidare la stabilità finanziaria dell’Ente”. Accusa rimandate al mittente dall’ormai ex sindaco valtopinese, Lodovico Baldini, che aveva ribadito come l’unico obiettivo fosse la sicurezza dei transitanti. Ma la querelle non si esaurì lì. No, perché sempre Caparvi aveva anche richiesto l’intervento del vice ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Alessandro Morelli.