Un messaggio di pace per l’Europa, colpita dal conflitto russo-ucraino. A lanciarlo sono state, nella mattinata di martedì 8 marzo – in concomitanza con la Giornata internazionale della donna -, Irina, Inna e Alona. Una russa, le altre due ucraine, tutte e tre lavorano fianco a fianco nello stabilimento di Deltafina di Ospedalicchio, a Bastia Umbra.
“No alla guerra”: è stata la frase pronunciata in russo, ucraino, inglese e italiano dal palco allestito all’interno dell’azienda, dal quale hanno parlato le tre dipendenti, alla presenza del presidente di Deltafina, Domenico Cardinali, del sindaco di Bastia, Paola Lungarotti, e del presidente della Commissione agricoltura alla Camera dei Deputati, l’onorevole, Filippo Gallinella.
“Le guerre, tutte le guerre sono un orrore, non ci si può voltare dall’altra parte – ha dichiarato Irina -. Siamo particolarmente vicini al dramma della popolazione ucraina che soffre, oppressa dalle bombe e dalla paura. Ci auguriamo che prevalga il dialogo, la mediazione e si raggiunga presto la pace”.
“Una guerra che non è partita per volontà del popolo, ma per la brama di potere – le ha fatto eco Inna -. Stanno cercando di mettere l’uno contro l’altro due popoli che fino all’altro ieri erano uniti tra loro. Spero che torni presto la pace nel mio paese e che la situazione possa risolversi nel migliore dei modi per scongiurare la perdita di altre vite umane”.
“La guerra è la cosa peggiore che abbia mai visto” ha detto Alona, scappata dal Donbass nel 2016. “Una granata è piombata sopra la mia casa nel 2014 e ha lasciato un segno indelebile nella mia memoria” ha quindi proseguito, raccontando con le lacrime agli occhi di aver vissuto tra i bombardamenti per un anno. “Esattamente un anno della mia vita nella paura e nel dolore – ha aggiunto -. Per un attimo mi è sembrato di guardare la morte negli occhi. Sono sopravvissuta e sogno che coloro che ora stanno vivendo ciò che ho vissuto io, sopravviveranno”.
Tra i 220 dipendenti italiani e stranieri di 13 nazionalità diverse, del sito umbro di Deltafina circa il 60% sono donne. “L’odio della guerra si combatte solo con una comunità sana e rispettosa dei valori e delle diversità – sottolinea il presidente di Deltafina, Domenico Cardinali -. Mi sono domandato se fosse possibile mettere da parte le tensioni e i conflitti ed unire russi ed ucraini in un simbolico abbraccio. Ho parlato con Irina, Inna e Alona e ho trovato un’accoglienza entusiasta a realizzare questo momento metaforico di unità fra i popoli – racconta il presidente -. Condividere la propria vita in una comunità è la migliore risposta a quello che è la guerra. Se è vero che i conflitti distruggono, dividono, allontanano e creano odio – ha quindi concluso – è anche vero che una comunità basata sul rispetto delle diversità reciproche è la forma migliore per rispondere a quanto sta accadendo oggi nel cuore dell’Europa”.