28.8 C
Foligno
mercoledì, Giugno 18, 2025
HomeAttualitàDall'Umbria l'abbraccio russo-ucraino per dire “no” alla guerra

Dall’Umbria l’abbraccio russo-ucraino per dire “no” alla guerra

Pubblicato il 9 Marzo 2022 11:37 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:15

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

Sorgenti del Topino, giunta Proietti al lavoro per il rinnovo delle concessioni

A scadere a fine mese saranno i permessi di prelievo idrico in vigore dalla metà degli anni ’50 nel comune di Nocera Umbra. Obiettivo dichiarato garantire un uso equilibrato dell’acqua in favore dei cittadini e della sostenibilità ambientale

Da Borsellino al tema sul rispetto: la prima prova raccontata dagli studenti folignati

Mercoledì mattina il via agli esami maturità, che in città coinvolgono 856 studenti e studentesse dei cinque istituti scolastici. Tra chi si è detto soddisfatto, chi è uscito con qualche dubbio e chi si è visto “tradito” dalle tracce: ecco com’è andata

Foligno si tuffa negli anni ’60 e ’70 con il Paiper Festival

Dal 26 al 29 giugno un cartellone ricco di iniziative porterà nelle vie e nelle piazze della città musica, arte, cultura, moda e gastronomia. In programma anche una collaborazione con l’Aism per accendere l’attenzione sulla sclerosi multipla

Un messaggio di pace per l’Europa, colpita dal conflitto russo-ucraino. A lanciarlo sono state, nella mattinata di martedì 8 marzo – in concomitanza con la Giornata internazionale della donna -, Irina, Inna e Alona. Una russa, le altre due ucraine, tutte e tre lavorano fianco a fianco nello stabilimento di Deltafina di Ospedalicchio, a Bastia Umbra.

“No alla guerra”: è stata la frase pronunciata in russo, ucraino, inglese e italiano dal palco allestito all’interno dell’azienda, dal quale hanno parlato le tre dipendenti, alla presenza del presidente di Deltafina, Domenico Cardinali, del sindaco di Bastia, Paola Lungarotti, e del presidente della Commissione agricoltura alla Camera dei Deputati, l’onorevole, Filippo Gallinella.

“Le guerre, tutte le guerre sono un orrore, non ci si può voltare dall’altra parte – ha dichiarato Irina -. Siamo particolarmente vicini al dramma della popolazione ucraina che soffre, oppressa dalle bombe e dalla paura. Ci auguriamo che prevalga il dialogo, la mediazione e si raggiunga presto la pace”.

“Una guerra che non è partita per volontà del popolo, ma per la brama di potere – le ha fatto eco Inna -. Stanno cercando di mettere l’uno contro l’altro due popoli che fino all’altro ieri erano uniti tra loro. Spero che torni presto la pace nel mio paese e che la situazione possa risolversi nel migliore dei modi per scongiurare la perdita di altre vite umane”.

“La guerra è la cosa peggiore che abbia mai visto” ha detto Alona, scappata dal Donbass nel 2016. “Una granata è piombata sopra la mia casa nel 2014 e ha lasciato un segno indelebile nella mia memoria” ha quindi proseguito, raccontando con le lacrime agli occhi di aver vissuto tra i bombardamenti per un anno. “Esattamente un anno della mia vita nella paura e nel dolore – ha aggiunto -. Per un attimo mi è sembrato di guardare la morte negli occhi. Sono sopravvissuta e sogno che coloro che ora stanno vivendo ciò che ho vissuto io, sopravviveranno”.

Tra i 220 dipendenti italiani e stranieri di 13 nazionalità diverse, del sito umbro di Deltafina circa il 60% sono donne. “L’odio della guerra si combatte solo con una comunità sana e rispettosa dei valori e delle diversità – sottolinea il presidente di Deltafina, Domenico Cardinali -. Mi sono domandato se fosse possibile mettere da parte le tensioni e i conflitti ed unire russi ed ucraini in un simbolico abbraccio. Ho parlato con Irina, Inna e Alona e ho trovato un’accoglienza entusiasta a realizzare questo momento metaforico di unità fra i popoli – racconta il presidente -. Condividere la propria vita in una comunità è la migliore risposta a quello che è la guerra. Se è vero che i conflitti distruggono, dividono, allontanano e creano odio – ha quindi concluso – è anche vero che una comunità basata sul rispetto delle diversità reciproche è la forma migliore per rispondere a quanto sta accadendo oggi nel cuore dell’Europa”.

Articoli correlati