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Rinnovo dei vertici per la Cgil di Perugia: a guidarla Simone Pampanelli

Pubblicato il 16 Aprile 2022 08:23 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:07

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È Simone Pampanelli il nuovo segretario generale della Cgil di Perugia. Il 45enne perugino subentra così a Filippo Ciavaglia, chiamato a Roma per un importante incarico nel dipartimento internazionale della Cgil nazionale. Il rinnovo dei vertici del sindacato si è tenuto giovedì 14 aprile a Foligno, al termine dell’assemblea generale della Camera del Lavoro provinciale, che ha visto anche la presenza del segretario generale della Cgil nazionale, Maurizio Landini. L’elezione, avvenuta con voto segreto, ha visto Simone Pampanelli ottenere 60 preferenze. Sette, invece, i contrari, nove gli astenuti e due le schede bianche.

“Nella mia storia personale ho sempre cercato di costruire, unire e valorizzare le differenze e il pluralismo – ha detto il neoeletto segretario -. Per rappresentare un mondo del lavoro sempre più complesso e articolato, anche nel nostro territorio, serve un sindacato altrettanto aperto e plurale. Credo nella centralità della Camera del Lavoro – ha quindi sottolineato -, come luogo di partecipazione, coinvolgimento e valorizzazione delle nostre delegate e dei nostri delegati, insieme al sistema della tutela individuale. Militanza, appartenenza e tanto tanto studio sono gli elementi centrali su cui baserò la mia azione di segretario. Amo la Cgil – ha concluso Pampanelli -, perché è ancora lo strumento più importante per combattere ingiustizie e prepotenze”. L’esperienza non mondo del lavoro per Simone Pampanelli è iniziata in giovane età. A 15 anni, infatti, entra in fabbrica come fabbro artigiano in un’azienda metalmeccanica. Poi, varie esperienze di lavoro precario e discontinuo tra Perugina, Poligrafico e altre aziende del territorio, fino ad arrivare al pubblico impiego con un co.co.co che lo porta ad entrare nel Nidil Cgil, il sindacato dei lavoratori atipici e precari, del quale assumerà poi la guida. Poi, il passaggio alla Fiom Cgil di Perugia che ha guidato a partire dal 2018. 

Per un segretario che entra, però, ce n’è uno che esce. Il riferimento è, dunque, a Filippo Ciavaglia che nel suo discorso di chiusura ha parlato di “un punto di arrivo e di partenza”. “Cambiano le responsabilità, ma non le finalità – ha detto, intervenendo sul suo nuovo incarico _, che sono sempre quelle di combattere le disuguaglianze per migliorare le condizioni di vita delle persone che rappresentiamo. D’altronde – ha aggiunto Ciavaglia – è sempre più evidente, tra pandemia e guerre, come oggi il livello locale e quello globale siano strettamente legati. Quindi continueremo a lavorare insieme, cercando sempre di mettere al primo posto i rapporti umani e quello spirito di solidarietà e fratellanza che è il dna stesso della Cgil”. 

Ospite d’eccezione, come detto, il segretario nazionale Maurizio Landini che, prendendo la parola, ha parlato di mondo del lavori sì, ma anche di guerra. “Per il mondo del lavoro la costruzione della pace e il superamento della guerra è un obiettivo strategico – ha detto – per questo condanniamo fermamente l’aggressione russa all’Ucraina e i drammatici crimini di guerra che si stanno perpetrando. Ma non condividiamo la scelta del riarmo e l’incremento delle spese militari – ha aggiunto -. Perché, per aumentare la sicurezza dei popoli non servono più armi, ma più diritti, più democrazia e giustizia sociale. Il nostro obiettivo deve essere quello di bandire la guerra, perché è l’unico modo per difendere gli interessi mondo lavoro. E per questo domenica 24 maggio saremo alla Marcia della Pace così come, la settimana successiva, per il Primo Maggio, festa delle lavoratrici e dei lavoratori, saremo ancora ad Assisi, capitale mondiale della pace, per svolgere la nostra manifestazione nazionale e mandare forte il grido del mondo del lavoro, che chiede di far tacere le armi e riportare la pace”. 

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