“Dopo la scarsità di piogge negli ultimi mesi, questa rinnovata fase siccitosa sospinta pure dalle temperature elevate sta avendo un impatto negativo importante sull’agricoltura regionale”. A dirlo a Rgunotizie è il presidente di Coldiretti Umbria, Albano Agabiti, cha parla di vero e proprio “colpo di grazia per un settore già in grande sofferenza”. Il mix siccità e caldo anomalo con temperature superiori alle medie stagionali, insomma, continua a mettere in ginocchio le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico verosimilmente capace di comprometterne sviluppo e produzione. E se a marzo, sempre stando a quanto aveva dichiarato Agabiti, proprio il deficit idrico minacciava il 30% della produzione agricola regionale, ora le cose non sembrano girare meglio. “Ad oggi non è semplice fare delle stime precise sui possibili danni da caldo e siccità – sottolinea il presidente di Coldiretti -, ma se la situazione rimane così c’è il rischio che non ci sia neanche l’acqua per irrigare i campi”. E se per quantificare i danni alle semine primaverili, così come a vite e ulivi, occorre ancora del tempo, a soffrire maggiormente in questa fase, per Agabiti, è senza dubbio la produzione cerealicola. “È un momento davvero difficile – aggiunge il numero uno dell’associazione -, in cui si inseriscono, oltre alle ormai note difficoltà da pandemia, anche quelle legate al conflitto in Ucraina e all’impennata dei costi di produzione”.
Una fotografia dai contorni tutt’altro che rassicuranti, insomma, in cui si scorge, così come recentemente evidenziato a livello italiano dalla stessa Coldiretti, la carenza di manodopera nei campi. Con la bella stagione alle porte infatti, all’agricoltura servono lavoratori stagionali per garantire le campagne di raccolta estive: un’urgenza alimentata oggi proprio dall’arrivo del grande caldo. “Confermo la carenza anche in Umbria – dichiara Agabiti – e non solo per il lavoro di raccolta nei campi, ma anche per ciò che riguarda trattoristi ed altri operatori addetti a macchinari specifici. Solo tra qualche settimana, quando cioè arriverà il periodo di maggior carico di lavoro – prosegue -, si potrà aver contezza della reale carenza”.
In sostanza, l’agricoltura umbra è alle prese con una situazione complicata, sia per le coltivazioni ma anche sotto il profilo economico e della tenuta dell’intero ecosistema. Si pensi, in questo senso, anche al rischio incendi favorito dalle alte temperature e dall’assenza di piogge. E proprio per fronteggiare il problema siccità, il presidente di Coldiretti Umbria ribadisce a Rgunotizie la necessità “di portare avanti con forza l’idea del potenziamento della rete di invasi sui territori” e di “investire – come aveva già recentemente dichiarato – su manutenzione, risparmio e recupero delle acque”. L’idea, lo ricordiamo, è quella di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con il territorio, che conservano l’acqua per poi distribuirla in modo razionale pure all’agricoltura. Anche “perché – conclude Agabiti – a fine anno le quantità di pioggia che cadono sono sempre più o meno le stesse, il problema è che lo fanno in periodi molto concentrati e quindi dobbiamo stoccarle”.