18.1 C
Foligno
giovedì, Maggio 16, 2024
HomeEconomiaCaldo e siccità, per Coldiretti il “colpo di grazia” all’agricoltura umbra

Caldo e siccità, per Coldiretti il “colpo di grazia” all’agricoltura umbra

Pubblicato il 22 Maggio 2022 08:47 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:02

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

Foligno, trovato senza vita nel proprio appartamento

Nel pomeriggio di mercoledì il decesso di un 30enne di origini africane residente nella frazione di Sant’Eraclio. Sul posto la polizia e il medico legale che ha certificato la morte per cause naturali

Studenti dello “Scarpellini” receptionist a Palma de Maillorca

Nell'ambito del progetto Erasmus +, i diciassettenni Michelangelo Airoldi e Davide Valentini per 35 giorni lavoreranno alla Baleari. Nei prossimi mesi partiranno altri quattro giovani

Anpi Foligno, Mingarelli si autosospende dopo la candidatura alle Amministrative

Rimesso il mandato di presidente della sezione cittadina, di membro del comitato direttivo e di quello provinciale. Il commento: “Scelta doverosa, al di là degli obblighi statutari, a tutela dell’associazione da possibili attacchi strumentali”

“Dopo la scarsità di piogge negli ultimi mesi, questa rinnovata fase siccitosa sospinta pure dalle temperature elevate sta avendo un impatto negativo importante sull’agricoltura regionale”. A dirlo a Rgunotizie è il presidente di Coldiretti Umbria, Albano Agabiti, cha parla di vero e proprio “colpo di grazia per un settore già in grande sofferenza”. Il mix siccità e caldo anomalo con temperature superiori alle medie stagionali, insomma, continua a mettere in ginocchio le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico verosimilmente capace di comprometterne sviluppo e produzione. E se a marzo, sempre stando a quanto aveva dichiarato Agabiti, proprio il deficit idrico minacciava il 30% della produzione agricola regionale, ora le cose non sembrano girare meglio. “Ad oggi non è semplice fare delle stime precise sui possibili danni da caldo e siccità – sottolinea il presidente di Coldiretti -, ma se la situazione rimane così c’è il rischio che non ci sia neanche l’acqua per irrigare i campi”. E se per quantificare i danni alle semine primaverili, così come a vite e ulivi, occorre ancora del tempo, a soffrire maggiormente in questa fase, per Agabiti, è senza dubbio la produzione cerealicola. “È un momento davvero difficile – aggiunge il numero uno dell’associazione -, in cui si inseriscono, oltre alle ormai note difficoltà da pandemia, anche quelle legate al conflitto in Ucraina e all’impennata dei costi di produzione”.

Una fotografia dai contorni tutt’altro che rassicuranti, insomma, in cui si scorge, così come recentemente evidenziato a livello italiano dalla stessa Coldiretti, la carenza di manodopera nei campi. Con la bella stagione alle porte infatti, all’agricoltura servono lavoratori stagionali per garantire le campagne di raccolta estive: un’urgenza alimentata oggi proprio dall’arrivo del grande caldo. “Confermo la carenza anche in Umbria – dichiara Agabiti – e non solo per il lavoro di raccolta nei campi, ma anche per ciò che riguarda trattoristi ed altri operatori addetti a macchinari specifici. Solo tra qualche settimana, quando cioè arriverà il periodo di maggior carico di lavoro – prosegue -, si potrà aver contezza della reale carenza”.

In sostanza, l’agricoltura umbra è alle prese con una situazione complicata, sia per le coltivazioni ma anche sotto il profilo economico e della tenuta dell’intero ecosistema. Si pensi, in questo senso, anche al rischio incendi favorito dalle alte temperature e dall’assenza di piogge. E proprio per fronteggiare il problema siccità, il presidente di Coldiretti Umbria ribadisce a Rgunotizie la necessità “di portare avanti con forza l’idea del potenziamento della rete di invasi sui territori” e di “investire – come aveva già recentemente dichiarato – su manutenzione, risparmio e recupero delle acque”. L’idea, lo ricordiamo, è quella di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con il territorio, che conservano l’acqua per poi distribuirla in modo razionale pure all’agricoltura. Anche “perché – conclude Agabiti – a fine anno le quantità di pioggia che cadono sono sempre più o meno le stesse, il problema è che lo fanno in periodi molto concentrati e quindi dobbiamo stoccarle”.

Articoli correlati