Ha posto l’accento sulla figura del caregiver il convegno promosso dall’Usl Umbria 2 che si è svolto nei giorni scorsi nella sala Alesini dell’ospedale di Foligno. Un’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Comune e l’Associazione Persefone onlus, che ha quindi evidenziato l’importanza di una figura sempre più presente nella società per il sostegno ad anziani, persone non autosufficienti e malati con gravi patologie. Una figura, insomma, un familiare, che, offrendo supporto, diventa di fatto partecipe dell’esperienza del malato. Accreditato Ecm, l’evento andato in scena al “San Giovanni Battista” ha permesso ad esperti della sanità, del volontariato e dell’associazionismo, coordinati dai dottori Paolo Tozzi, Catia Saleggia e Annamaria Paci, di confrontarsi appunto sul tema dell’assistenza familiare.
In apertura, il direttore sanitario dell’Usl 2, la dottoressa Simona Bianchi, che ha sottolineato la grande importanza del caregiver e della sua attività di accompagnamento e sostegno alle persone in difficoltà. “Come istituzioni – ha detto – dobbiamo supportare le famiglie garantendo periodi di sollievo attraverso il ricorso al ricovero degli assistiti in strutture adeguate e fornendo tutti gli strumenti affinché anche i familiari possano avere una vita”. Gli ha fatto eco il direttore del distretto di Foligno, il dottor Paolo Tozzi, che ha ribadito come l’iniziativa abbia rafforzato ancor di più il legame tra sanità, volontariato, associazionismo, istituzioni e territorio: “Questo è importante – ha commentato – dopo la lunga emergenza pandemica”.
Ribadendo l’importanza dell’iniziativa per le famiglie del comprensorio, il presidente della locale Associazione Persefone, la dottoressa Annamaria Paci, ha poi spiegato come “le persone che assistono quotidianamente un loro caro hanno necessità, a loro volta, di essere aiutate, confortate e supportate in un percorso che può essere lungo e gravoso e che tocca inevitabilmente gli ambiti dell’emotività”. L’intervento, invece, del direttore del nosocomio folignate, il dottor Mauro Zampolini, ha evidenziato come “la figura del caregiver sia di fondamentale importanza ma purtroppo non sempre riconosciuta”. “In realtà – ha osservato – tale attività dovrebbe essere considerata parte integrante del processo di cura attraverso un coinvolgimento precoce e strutturato dello stesso caregiver nel percorso assistenziale”.