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A Foligno si riunisce il G20 della pasta

Pubblicato il 24 Agosto 2022 08:09 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:44

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L’uomo già nelle scorse settimane si era reso responsabile di episodi simili a quello avvenuto nella serata di venerdì in via Chiavellati. Ad intervenire un agente della polizia locale fuori servizio, poi l’arrivo dei poliziotti di via Garibaldi

Non solo buon cibo nella prossima edizione de “I Primi d’Italia”. Il festival dei primi piatti, promosso da Epta Confcommercio del presidente Aldo Amoni e che tornerà puntuale anche in questo 2022 dal 29 settembre al 2 ottobre, rappresenterà infatti l’occasione per fare il punto sul difficile momento che il nostro Paese sta vivendo tra crisi del grano, difficoltà di approvvigionamento delle materie prime ed aumento dei costi energetici. E sulle ripercussioni che tutto questo potrebbe avere sui consumatori, sugli operatori del settore e della ristorazione. L’idea è proprio quella di un G20 della pasta, che vedrà ritrovarsi a Foligno produttori di grano, mulini impegnati nella trasformazione della materia prima, e cinque o sei pastai di diversa provenienza geografica e anche di diverse dimensioni, proprio per cercare di avere una visione completa del problema. L’evento è in agenda per venerdì 30 settembre al City Hotel & Suites di via Arcamone e sarà suddiviso in due sessioni, una mattutina e l’altra pomeridiana, entrambe coordinate dal giornalista Luciano Pignataro.

“Una tempesta perfetta sembra essersi abbattuta sul simbolo del made in Italy a tavola in Italia e nel mondo – ha commentato Paolo Fornetti, responsabile progetto del Festival –. Assistiamo, infatti, a una spaventosa crescita dei costi energetici e delle materie prime – ha proseguito – alla guerra tra Russia e Ucraina che per la prima volta dopo molti decenni ha messo in discussione il normale approvvigionamento di grano, alle incertezze del mercato provocate dalle misure restrittive decise dai governi per fronteggiare il Covid”. Da qui, dunque, l’idea di un G20 della pasta. “Un’occasione per cercare di rispondere alle tante domande che si pone l’opinione pubblica – ha anticipato Paolo Fornetti -. Urge poi – ha quindi concluso – una svolta nelle regole imposte dall’Unione Europea che ha fermi ben nove milioni di ettari inutilmente a riposo. L’occasione serve per fare il punto anche su alcuni luoghi comuni quali ad esempio se il grano italiano sia davvero il più buono o su cosa dovremmo fare per raggiungere o migliorare la nostra autosufficienza produttiva”.

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