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Covid, giù i contagi in Italia e in Umbria: regione ancora maglia nera per ricoveri

Pubblicato il 1 Settembre 2022 10:27 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:42

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Contagi Covid in calo in Italia nell’ultima settimana, così come gli attualmente positivi, gli indicatori ospedalieri e i decessi. La fotografia è quella scattata dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che, nel periodo che va dal 24 al 30 agosto, rileva come i nuovi casi siano passati dai 177.877 contati nei sette giorni precedenti a 149.701, giù del 15,8%. Le terapie intensive scendono invece dell’11% (da 254 a 226), i ricoveri ordinari del 14,9% (da 6.378 a 5.427) e i decessi del 24,4% (da 759 a 574). Ferma, invece, la percentuale di chi ha completato il ciclo vaccinale, ossia l’86,7% della platea, con oltre 15 milioni di over 60 e fragili scoperti. “Dopo il ‘rimbalzo’ della settimana scorsa tornano a scendere i contagi – commenta il presidente dell’Istituto, Nino Cartabellotta – ma da metà agosto la curva è in fase di plateau, al di là di modeste oscillazioni”.

Contagi in calo anche in Umbria, dove, negli ultimi sette giorni, sono scesi del 21,5% con 440 attualmente positivi per 100mila abitanti, contro una media nazionale pari al 1.115. Nel dettaglio delle province, le due umbre restano fuori dal gruppo di quelle nove in cui si è registrato un incremento di casi. Quelli contati per 100mila abitanti a Perugia e Terni si equivalgono: sono 248. Nel primo caso, però, la discesa è stata del 23,3% e nel secondo del 16,8%. A non sorridere, invece, al Cuore verde d’Italia sono ancora gli indicatori ospedalieri. In area medica l’occupazione dei posti letto (seppur in calo rispetto al 24,3% del precedente report) si attesta infatti al 22,7%: nessuna regione fa peggio, mentre la media nazionale è dell’8,5%. Si conferma poi al 3,5% la saturazione delle terapie intensive, contro la media italiana del 2,5%. Sul fronte vaccinale, l’Umbria si piazza solo al dodicesimo posto per tasso di copertura delle quarte dosi: fermo al 14,7% rispetto alla media nazionale del 17,3%. E proprio in riferimento alle sole 2.26 milioni di dosi somministrate, il numero uno di Gimbe commenta così: “Nonostante i ripetuti allarmi, la variante Centaurus non prende il sopravvento su Omicron 5 – spiega Cartabellotta -. È inutile e rischioso aspettare i vaccini aggiornati – conclude -, occorre fare subito la quarta dose”.

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