La Regione Umbria rassicura i sindacati sulla vicenda del trasporto pubblico locale, in vista della gara che andrà indetta entro il 31 dicembre prossimo. “I documenti presentati dalle organizzazioni sindacali saranno oggetto, sin da subito, di una attenta lettura e tutte le proposte saranno al centro di puntuali verifiche tecniche, circa la loro accogliblità, a cominciare dalla ‘clausola sociale’ con la quale si intende tutelare e garantire i lavoratori ed il loro diritto al lavoro”. È il commento che arriva da palazzo Donini a margine del confronto che si è tenuto lo scorso venerdì tra la presidente Donatella Tesei e l’assessore alle Infrastrutture e trasporti, Enrico Melasecche, e le sigle sindacali di Filt Cgil, Faisa Cisal, Fit Cisl e Uilt Uil. Incontro durante il quale è stata ribadita, però, la volontà da parte della giunta regionale di procedere con la gara in quattro specifici lotti per evitare un incremento rilevante del costo a carico del bilancio regionale di 90 milioni nei nove anni di valenza e di 27 milioni a carico dei Comuni.
Volontà che, però, continua a non essere condivisa da Filt Cgil e Faisa Cisal, che proprio al tavolo con la Regione hanno presentato la loro di proposta. Quella, cioè, della messa a gara di 2 lotti, entrambi regionali, uno per il trasporto su ferro e l’altro per la gomma, includendo però anche quei servizi come la navigazione sul Trasimeno e manutenzioni (circa 150 lavoratori in tutto) “che al momento – dicono le due sigle sindacali – sembrano totalmente dimenticati dalla Regione, come ammesso anche dall’assessore stesso”. Proposta che però, spiegano le due sigle sindacali, è stata rispedita al mittente. “Purtroppo la Regione ha rigettato ogni ipotesi alternativa alla strada intrapresa sui 4 lotti con un taglio pesantissimo di 13 milioni di euro” spiegano i segretari delle due organizzazioni sindacali, Ciro Zeno e Christian Di Girolamo, parlando di posizione “inaccettabile, visto che – sottolineano – inevitabilmente si avranno ripercussioni pesanti sui posti di lavoro, sugli stipendi, sulla sicurezza, sulle corse e sul chilometraggio”. Una chiusura che ha spinto le due sigle sindacali a proseguire nel percorso di mobilitazione, confermando lo sciopero di venerdì 16 settembre.
Più moderata la posizione di Fit Cisl e Uilt Uil che, ribadendo l’impegno nella ricerca di una soluzione congrua che tuteli tutti i dipendenti, hanno presentato una “clausola sociale”, appunto, da inserire nella gara. Un’ipotesi che i due sindacati spiegano essere “giuridicamente compatibile e che salvaguarda sia la libera concorrenza, sia l’iniziativa imprenditoriale e i diritti dei lavoratori coinvolti in termini sia occupazionali che di reddito”. “Politicamente – aggiungono Cisl e Uil – sarebbe stato più comodo ostinarsi in una protesta che, però, rimane non producente a fronte delle scelte che la Giunta regionale sta facendo nell’ambito gara Tpl”. Per i due sindacati, dunque, ora la palla passa alla giunta Tesei “che – concludono – potrà assumersi (come noi speriamo), o meno, la responsabilità politica di accettare la nostra proposta e, quindi, di evitare che i ‘risparmi’ sul bilancio regionale che produrrebbe la futura gara pari a circa 13 milioni di euro annui ricadano esclusivamente sulle spalle dei lavoratori”.
Lavoratori che, si legge nella nota di palazzo Donini, saranno tutelati. “Non un posto di lavoro sarà perduto – ha infatti dichiarato Melasecche – mentre è nostro impegno realizzare una profonda riforma del trasporto pubblico in Umbria che sia innanzitutto nell’interesse dei cittadini e degli stessi lavoratori del settore”.