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Foligno, lavori in partenza per il fosso Treggiano

Pubblicato il 21 Settembre 2022 10:17 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:38

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Sono in partenza i lavori di messa in sicurezza del fosso Treggiano. Lo rende noto il Comune di Foligno spiegando come, proprio in questi giorni, siano state consegnate all’impresa appaltatrice le aree interessate dagli interventi per un totale complessivo di 350mila euro. Opere di consolidamento della scarpata rocciosa e di regimentazione idrica che, fa sapere sempre palazzo Orfini Podestà, dovrebbero essere ultimate nel gennaio del 2023. Riavvolgendo il nastro della questione, la località di Treggio, ed in particolare il versante in sinistra idrografica del fosso Treggiano in prossimità di alcune abitazioni, presenta una situazione di grave rischio idrogeologico per franamenti localizzati lungo la scarpata rocciosa e crolli di parte di materiale in corrispondenza di uno sperone roccioso. Da qui, l’area Lavori pubblici diretta dall’ingegner Francesco Maria Castellani, per tramite del Servizio geologico, ha raccolto numerose segnalazioni, girate poi alla Regione Umbria evidenziando il pericolo esistente e la necessità di interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico. Quindi il finanziamento. Sì, perché palazzo Donini ha assegnato al Comune di Foligno la somma di 350mila euro quale contributo della “Legge di Bilancio 2019”. A febbraio scorso è stato dunque affidato allo studio Legorock l’incarico di redigere il progetto definitivo dell’opera, quello che poi, a maggio, ha ricevuto il disco verde da parte della giunta comunale. Con determinazione dirigenziale del 24 maggio è stato invece approvato il progetto esecutivo. A seguito di gara, poi, è arrivato, con determinazione del 21 giugno, l’affidamento dell’intervento all’Impresa Bondini S.r.l. con sede in provincia di Sassari, per un importo contrattuale di 216.156,56 euro oltre a 133.843,44 euro per somme a disposizione dell’amministrazione, per un totale, come detto, 350mila euro.

GLI INTERVENTI – Nel dettaglio dei lavori, si è scelto, sulla base di verifiche di stabilità, di intervenire con chiodature profonde finalizzate a preservare la rupe, mantenendo in posizione anche gli elementi lapidei disgregati. Al contrario la rimozione degli stessi e la riprofilatura del fronte non è attuabile vista la presenza delle opere civili presenti fino al limite del ciglio superiore. Perciò è stata prevista la realizzazione di una chiodatura della parete con barre in acciaio con lunghezza pari a 4 e 6 ml, così da poter vincolare la porzione corticale alterata alla roccia integra e in modo tale che la porzione superficiale costituisca uno strato di protezione per l’ammasso retrostante rispetto all’infiltrazione di acqua e alla presenza di radici. “Proprio a monte dell’ultimo evento franoso – si legge in una nota del Comune -, la nicchia distacco in arretramento arriva a lambire il muro di sostegno relativo ad un edificio privato. Per prevenire fenomeni di scalzamento – viene poi sottolineato – si è ritenuto necessario realizzare una opera di presidio in grado di arrestare l’arretramento della nicchia stessa”. A tal fine, l’opera da realizzare è una paratia di micropali di piccole dimensioni, tali da poter essere realizzata con una piccola sonda o con una slitta da rocciatore. Nel contempo esiste un muro in pietra di sottoscarpa della sede stradale, con una fondazione diretta che poggia sullo strato roccioso alterato e ha l’obbiettivo di sostenere la sede stradale, circa 2 metri sopra a tale litotipo. In alcuni punti si osservano fenomeni di scalzamento della fondazione, probabilmente dovuti al ruscellamento dell’acqua o alla presenza delle radici delle alberature presenti: prevista dunque la realizzazione di un cordolo in calcestruzzo armato a valle del muro stesso, dotato di fondazioni profonde disposte a cavalletto e collegato alla struttura in muratura.

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