Il silenzio assenso non si è formato per la mancanza della necessaria documentazione. È questa, in sostanza, la motivazione che ha spinto il Comune di Foligno a bloccare l’installazione del palo che dovrebbe poi portare l’attivazione di un’antenna telefonica in via Monte Lagarella, tra Corvia e Tenne. A evidenziare alcuni passaggi del documento con cui palazzo comunale ha fermato i lavori è stato l’architetto Anna Conti, dirigente dell’Area governo del territorio, in occasione della commissione consiliare Controllo o Garanzia di giovedì 16 febbraio. “Il silenzio assenso che la Inwit (società incaricata di installare il palo, ndr) sostiene essersi formato, in realtà non è avvenuto – ha detto il dirigente nella sala consiliare -. Primo, perché non è chiaro come siano entrati in possesso del terreno dove avrebbero dovuto installare l’antenna, visto che è stato dichiarato come di loro proprietà, mentre risulta intestato a un’altra ditta. Poi, non sono presenti alcuni documenti propedeutici al completamento della fase istruttoria”. Per il dirigente, a mancare è una serie di documenti di carattere edilizio-urbanistico, “soprattutto la relazione geologica e geotermica. Ma il motivo fondamentale – ha proseguito – è che non sono state rispettate le norme del Piano comunale del 2009, dove viene individuato un altro sito idoneo per installare in quella zona un’antenna”. Inoltre, come ha illustrato lo stesso architetto Anna Conti, all’interno della pratica inoltrata da Inwit sono presenti “altre autocertificazioni non riferite a questo impianto, ma a uno nel comune di Isernia”. La pratica è arrivata al Suape il 22 luglio del 2022, con la Inwit che ha poi inviato un’altra comunicazione al Comune di Foligno – e per conoscenza ad Arpa – il 31 ottobre 2022, in cui relazionava rispetto all’iter intrapreso.
Insomma, di mesi dall’avvio dell’iter burocratico ne sono passati diversi, ma a quanto pare gli uffici comunali avrebbero analizzato la pratica solo all’indomani delle proteste dei cittadini. O almeno questa è l’idea che emerge dalla cronaca degli ultimi giorni. Già, perché lo “stop” all’installazione dell’antenna – se vogliamo usare un termine calcistico – è avvenuto solamente nei tempi di recupero. Ovvero quando il bilico che trasportava il palo ha fatto il suo ingresso a Corvia. Chiara la precisazione in apertura di commissione da parte dell’assessore all’Urbanistica Marco Cesaro, cioè che certe pratiche non finiscono sul tavolo del sindaco e nelle riunioni di giunta, in quanto di carattere strettamente tecnico. È però evidente anche un altro dato. Ovvero che gli uffici comunali preposti avrebbero approfondito il “dossier” via Monte Lagarella in ritardo. A sottolinearlo, in maniera velata, è stato il commissario Elia Sigismondi. “Vorrei porre una domanda – ha detto l’esponente di minoranza -, ma non lo faccio per rispetto degli uffici”. E questo sembra essere il pensiero che accumunava anche i residenti presenti in sala consiliare, che hanno assistito alla riunione ascoltando gli interventi politici e tecnici. Tra cui quelli dei dirigenti Arpa, che hanno illustrato come il loro intervento avvenga solo all’avvio delle emissioni. Quindi, nel caso specifico, il loro parere non sarebbe stato ancora necessario, in quanto al momento si parla solamente dell’installazione di un palo e non di un’antenna. Quello di Arpa è infatti un parere preventivo all’avvio delle emissioni, unito a una funzione di vigilanza una volta che gli impianti entrano in funzione. Dopo alcune schermaglie tra maggioranza e opposizione, la chiusura è stata affidata all’assessore all’Ambiente, Decio Barili. “Su un tema così stringente, come quello delle telecomunicazioni – ha affermato Barili – è importante che ci sia un lavoro condiviso da parte di tutti, per rivedere un Piano vecchio di 13 anni”. Un auspicio affinché non si incappi più in certe situazioni. Nel frattempo, la mobilitazione dei residenti sembra aver prodotto gli effetti da loro desiderati. Su tutti, quello di fermare – almeno momentaneamente – una pratica che, stando ai provvedimenti adottati in extremis dal Comune, non aveva i requisiti necessari per essere messa in pratica.