Sindacati in piazza e ancora prese di posizione da parte delle forze politiche. Non si esaurisce la scia delle polemiche scaturite a seguito della notizia del decesso per infarto di un paziente all’ospedale di Spoleto riportata ieri (giovedì 3 marzo, ndr) da Il Messaggero. Decesso che, stando alle colonne del quotidiano, sarebbe dipeso dall’assenza di un cardiologo notturno al “San Matteo degli Infermi” e dal mancato trasferimento al “San Giovanni Battista” di Foligno per quella era sarebbe stata una “limitata gravità” del malore, oltre al fatto che al “San Giovanni Battista” il personale sarebbe stato pieno di lavoro. Un episodio rispetto al quale la Regione Umbria ha chiesto l’apertura di un’indagine ai vertici della Sanità (indagine aperta anche dalla Usl 2) e, che, anche all’ombra del Torrino, ha scatenato lo sdegno da più parti.
Intanto ci sono i sindacati, in particolare Cgil, Cisl e Uil territoriali, che, lunedì 6 marzo, in occasione del consiglio comunale straordinario e aperto sulla sanità in programma a palazzo Orfini Podestà, daranno vita ad un presidio di protesta proprio in piazza della Repubblica alle 15.30. Insieme alle categorie della sanità e ai sindacati dei pensionati, le associazioni intendono “denunciare ancora un volta l’insostenibilità di questa situazione e rilanciare la difesa della sanità pubblica in Umbria e in particolare nel territorio di Foligno e Spoleto”. A parlare, intanto, sono la segretaria generale della Fp Cgil dell’Umbria, Desiré Marchetti, e la segretaria generale della Cgil dell’Umbria, Maria Rita Paggio: “L’ultimo drammatico episodio della morte di un paziente all’ospedale di Spoleto – scrivono in una nota le rappresentati sindacali, esprimendo contestualmente cordoglio ai familiari e chiedendo che sia fatta piena luce sull’accaduto – ripropone con forza il problema del progressivo smantellamento del sistema sanitario pubblico nella nostra regione”. A “pesare come un macigno”, per le sindacaliste, sono “le carenze di organici e le sempre più evidenti falle nel raccordo tra i diversi presidi della sanità territoriale e tra questi e le aziende ospedaliere”. E fotografando una sanità che bollano come “allo stremo”, i sindacati parlano pure di “personale sempre più stressato da un’organizzazione del lavoro e dei servizi calata dall’alto e mai costruita insieme a lavoratrici e lavoratori, che con la loro esperienza diretta potrebbero invece dare un grande contributo”.
Nella città della Quintana polemiche, come detto, anche dalla politica. Stanco di ricevere “notizie quasi quotidiane di malasanità e di diritto alla salute negato a causa della distruzione della sanità umbra ad opera della giunta di centrodestra guidata da Donatella Tesei”, il movimento politico Foligno in Comune va all’attacco proprio della governatrice. Ricordando come anche “la Corte dei Conti dell’Umbria abbia recentemente denunciato criticità che incidono sul diritto alla salute”, il direttivo del gruppo chiede le immediate dimissioni della presidente Tesei e dell’assessore Coletto e in ogni caso il commissariamento della sanità umbra da parte del Governo”. Non solo. Foligno in Comune si rivolge anche al sindaco Stefano Zuccarini affinché, “quale autorità sanitaria, sia il promotore di questa richiesta che metta al centro la sanità pubblica e il diritto alla salute”. E al grido di “La salute non è merce”, il direttivo di Foligno in Comune invita dal canto suo i cittadini a partecipare in gran numero al consiglio comunale aperto del 6 marzo per chiedere con forza al governo cittadino “di adoperarsi per la tutela del diritto alla salute”.