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“Sanità pubblica allo sbando?”, l’Usl Umbria 2 non ci sta e risponde ai sindacati

Pubblicato il 22 Marzo 2023 09:01 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:06

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“Il gratuito attacco sindacale getta discredito sull’attività di tanti professionisti, sanitari, tecnici e amministrativi che si stanno adoperando con grande spirito di abnegazione per far fronte ad impegni di portata epocale”. È questo uno dei passaggi della nota con cui la direzione strategica dell’Usl Umbria 2 rimanda tempo zero al mittente accuse diffuse a mezzo stampa da tre rappresentanti aziendali di Cgil, Cisl e Uil. Accuse definite “ingiuste” dall’azienda sanitaria, tanto da ritenere “doverosa”, appunto, una risposta. Una risposta, di fatto, articolata, che tocca diverse questioni sollevate dalle sigle.

A cominciare dal Ccnl del personale del comparto Sanità sottoscritto, ricordano dall’Usl, a livello nazionale il 2 novembre 2022. “Allo stesso – spiega la direzione – è stata data pronta e tempestiva applicazione con la corresponsione degli arretrati dovuti al personale dipendente, pagati con lo stipendio di novembre 2022. Da novembre 2022 ad oggi sono stati effettuati ben sette incontri con le organizzazioni sindacali del comparto (14 e 24 novembre; 15, 20 e 30 dicembre 2022; 31 gennaio e 2 febbraio 2023) – continuano dall’azienda sanitaria -, per la discussione delle tematiche relative all’applicazione del contratto medesimo. Nonostante le sollecitazioni rivolte dalla delegazione di parte pubblica della Usl Umbria 2 finalizzate ad acquisire dalle organizzazioni e dalle Rsu la piattaforma per l’avvio del confronto per la sottoscrizione del contratto decentrato (in applicazione del Ccnl del 2/11/2022) e in assenza di ciò – si legge poi nella replica – la direzione aziendale, facendosi interprete delle esigenze istituzionali e dei lavoratori, ha convocato, con nota protocollo 59540 del 15 marzo 2023, un incontro con le organizzazioni sindacali e le Rsu per discutere anche il regolamento per l’attribuzione degli incarichi di responsabilità del Personale. Tutto questo – ribadisce ancora l’Usl – in assenza di proposte della parte sindacale”.

Al netto di questo, così come se le erano fatte i tre sindacalisti di cui sopra, anche l’azienda sanitaria qualche domanda se la pone: “Quali sono le ragioni alla base di questo attacco duro e immotivato? Come mai non si riconosce oggi tutto il lavoro svolto in questi anni con spirito propositivo e nella massima trasparenza? Perché ci si dimentica che il Piano sanitario regionale, in bozza e in discussione nella quarta commissione consiliare, non è ancora legge e non è pertanto esecutivo? E perché non sono degni di menzione gli sforzi straordinari dell’azienda per assicurare, anche nel periodo buio dell’emergenza pandemica, le necessarie risorse per garantire la funzionalità dei servizi attraverso le stabilizzazioni, il concorso degli infermieri, le assunzioni straordinarie, anche a tempo determinato, per le sostituzioni per gravidanza o malattia? Corrisponde infine al vero questa sbandierata volontà delle organizzazioni sindacali orientata alla definizione di un nuovo e moderno modello organizzativo o siamo di fronte, viceversa, al tentativo di tenere tutto congelato e conservare quindi l’esistente?”.

Ma la replica della direzione dell’Usl va avanti. Relativamente al riconoscimento dei minuti per la vestizione e la svestizione del personale sanitario e alle progressioni economiche orizzontali, l’azienda sanitaria ricorda come abbia sottoscritto due accordi il 9 dicembre 2021 “che, dopo anni di attesa, hanno definito queste due questioni”. E rimanendo in tema, la direzione spiega poi come “Cgil, Cisl e Uil, relativamente all’accordo sottoscritto per le progressioni economiche orizzontali, abbiano citato in giudizio la Usl Umbria 2 per condotta antisindacale salvo poi ricredersi, con il ritiro precipitoso del ricorso. Che dire? Ai posteri – si legge nella nota – l’ardua sentenza”. Al contrario, sempre stando all’Usl, la direzione aziendale ha proseguito “il suo percorso di confronto aperto, democratico e trasparente per tutelare gli interessi dei lavoratori e mantenere un clima lavorativo favorevole testimoniato da sette incontri promossi in tre mesi e mezzo”.

Si passa poi alla questione personale. Su questo fronte, l’azienda evidenzia come tra il 2018 e il 2022 abbia incrementato notevolmente la dotazione del personale del comparto, con particolare riguardo agli infermieri (più 180 unità circa in servizio) e agli operatori sociosanitari (più 70 circa in servizio). E ancora, l’Usl ricorda che “in piena pandemia è stato espletato il concorso per infermieri cui erano iscritti oltre 9.000 partecipanti e la cui graduatoria è stata approvata a giugno 2021 con oltre 1.200 idonei fornendo professionisti a tutto il Servizio sanitario dell’Umbria”. “L’azienda sanitaria, che secondo quanto dichiarato dai delegati aziendali di Cgil, Cisl e Uil sarebbe ‘allo sbando’ – commentano quindi dalla direzione -, ha espletato il mega concorso degli infermieri affrontando, oltre alla complessità dovuta all’alto numero di partecipanti, anche le problematiche legate al Covid-19”. E ai tre esponenti sindacali, l’Usl ricorda pure che “nel momento in cui c’è stata la riconversione dell’ospedale di Spoleto in ospedale Covid e non c’era una graduatoria disponibile per gli operatori socio sanitari, questa direzione, d’intesa con il Sitro, nel brevissimo lasso di tempo di circa 40 giorni, ha pubblicato una procedura di selezione pubblica a cui hanno partecipato oltre 1.500 candidati e redatto la relativa graduatoria”. A chi parla di “disastro”, l’azienda ricorda pure “le procedure di reclutamento per tecnici di laboratorio, altra figura cardine nel periodo pandemico e tante altre selezioni espletate per reclutare il personale della dirigenza sanitaria”.

Insomma, per l’Usl Umbria 2, quelle dei sindacati sono dichiarazioni “false e tendenziose”. Così come “non è assolutamente vera – dice l’azienda – la notizia di pazienti ricoverati in corsia se non per situazioni assolutamente eccezionali”. Azienda che bolla poi come “inaccettabili” le dichiarazioni che screditano l’attività del reparto di Chirurgia dell’ospedale di Foligno.

Nella replica si parla poi del progetto di Terzo Polo Ospedaliero. L’Usl, in questo caso, dopo aver ricordato come fosse stato presentato in due circostanze pubbliche, “come mai era avvenuto nella storia della sanità umbra”, nei consigli comunali di Spoleto e Foligno, durante i quali “le forze politiche, sindacali, associative, istituzionali hanno potuto partecipare in maniera democratica e costruttiva al confronto”, replica così: “È un progetto di grande lungimiranza e strategia politica e sanitaria, necessario per mantenere il livello di eccellenza delle risposte assistenziali e di cura erogate nei territori di Foligno, Spoleto e Valnerina”.

Dopo aver risposto ai sindacati anche per quanto concerne gli ospedali di Orvieto e Amelia e Narni, la direzione pone anche l’accento sulla sanità territoriale e su come “l’Usl si sia impegnata nella realizzazione di una serie di progetti che prevedono investimenti per circa 60 milioni di euro, finanziati con fondi Pnrr e non”.  Progetti che, come ricordato, riguardano diversi interventi, compresi l’adeguamento sismico dell’ospedale di Foligno per un importo 19 milioni 435mila euro, la realizzazione di cinque Ospedali di comunità, l’apertura di dieci Case di comunità e l’attivazione di due Centrali operative territoriali. Tutte opere che, insieme al potenziamento di altri diversi servizi, secondo l’Usl Umbria 2, “consentiranno di dare un volto nuovo alla sanità territoriale unitamente ad un prezioso recupero del patrimonio immobiliare che risultava in disuso orami da decenni”.

“In un momento delicato quale quello attuale – sottolinea in ultima analisi l’azienda sanitaria -, servono coesione e collaborazione e non certo accuse false e tendenziose”.

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