Si sono presentati sotto palazzo Donini, sede della Regione Umbria, con striscioni, bandiere e cartelli per denunciare una situazione contrattuale che Massimiliano Cofani della Filcams Cgil ha apostrofato come “semplicemente vergognosa”. Sono i lavoratori e le lavoratrici dell’appalto del trasporto malati, sangue e farmaci della Usl Umbria 2 che, lunedì 8 maggio, si sono ritrovati nel capoluogo umbro per manifestare, affiancati nella loro protesta dalla Filcams Cgil di Perugia e Terni. “Si tratta di donne e uomini – ha sottolineato Cofani – che lavorano a tutti gli effetti nella sanità pubblica della nostra regione, a contatto con i pazienti proprio come i dipendenti della sanità”. Appena di 5,90 euro lordi all’ora il compenso. Questa, infatti, la paga riconosciuta ai dipendenti dalla cooperativa Goser, società campana (di Sarno, in provincia di Salerno) che gestisce, in consorzio con un’altra società laziale (Meridio Soc. Cop), il servizio. Una paga oraria bassissima, questa la denuncia, dovuta all’applicazione di un contratto “pirata”, non sottoscritto cioè dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. “In questo modo – ha spiegato Massimiliano Cofani – con 40 ore di lavoro mensili non ci si avvicina nemmeno ai mille euro al mese di stipendio. In altre parole, si è poveri anche lavorando. Un esempio plastico – ha concluso – di cosa è oggi il mondo degli appalti anche nella nostra regione”. E ad accogliere il grido disperato di lavoratori e lavoratrici è stata proprio la presidente della Regione, Donatella Tesei. Scesa in strada per incontrare i manifestanti, la governatrice umbra si è detta “disponibile a esaminare questa situazione per risolverla”. Un primo risultato, dunque, per la Filcams Cgil è stato raggiunto: aver “fatto scendere” la presidente Tesei, che si è impegnata in prima persona a risolvere questa situazione semplicemente intollerabile.
Pagati 5,90 euro l’ora: lavoratori dell’ambito sanitario scendono in piazza
Pubblicato il 9 Maggio 2023 11:17 - Modificato il 5 Settembre 2023 09:59
La manifestazione davanti a palazzo Donini
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