Una mostra-evento che affascina, avvolge e stupisce. Così, chi l’ha vista descrive “Spazio #09 – Mi ricordo”, l’opera site specific realizzata da Gian Maria Tosatti per il Centro italiano di arte contemporanea di Foligno. Un’esposizione che ha riscosso grande successo di pubblico, al punto da spingere gli organizzatori a prorogarla fino al 16 luglio prossimo, posticipando quindi di due settimane la chiusura, inizialmente prevista per il 2 luglio.
L’opera allestita al Ciac di via del Campanile si compone di un unico intervento ambientale di grande impatto visionario che attraversa lo spazio in un mare di nebbia punteggiato di misteriose luci sul soffitto, dove lasciarsi andare per un’esperienza assolutamente intima. Un’esperienza che è un riferimento all’infanzia, momento della vita in cui la percezione della realtà fisica e di quella interiore, talvolta, coincidono e si sovrappongono, creando una poetica confusione.
“Lo spazio è inconsistente – commenta il direttore artistico Italo Tomassoni, che ha curato la mostra -. Niente colore, niente materia, niente struttura. E neppure pieno e vuoto, volume e superficie. E anche il tempo, varcata la cortina che ci separa dall’opera, sfugge alla misurazione. Pure la cenere è evaporata. Nella circospezione di un cammino reso incerto dalla nebbia – prosegue Tomassoni -, la coscienza rimanda all’esser-ci, al confine tra il primo e ultimo dell’identità che assedia la ragione. In alto, tra i vapori, l’occhio intravede punti luminosi, unico orientamento per inoltrarsi in un percorso circolare che riporta al punto di partenza dove tutto si ripete”.
“Spazio #09 – Mi ricordo” diventa così non un qualcosa da vedere, ma uno strumento per capire di più e meglio se stessi. “Quest’opera – spiega l’artista – ci aiuta a renderci conto che l’arte attuale non serve per essere guardata, valutata, capita, ma piuttosto per essere ‘usata’. È uno strumento per generare esperienze, emozioni e riflessioni. Non domandate mai cosa significa l’arte contemporanea. Cosa significa? Niente. È come dare un bacio, può significare nulla o tante cose, ma niente di specifico. Attiva piuttosto altro. Quest’opera può essere per ognuno un’esperienza diversa e la possibilità di un’uscita dal sistema in cui ognuno di noi vive e un ritorno a qualcosa di più grande che è dentro noi stessi”.
L’opera fa parte del progetto “Le considerazioni sugli intenti della mia prima comunione restano lettera morta”, un ciclo iniziato nel 2009 e che segue il percorso dell’artista, raccogliendo le riflessioni legate al rapporto tra l’uomo e il suo tracciato esistenziale.
Realizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, la mostra è visitabile dal giovedì alla domenica dalle 10.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 19. Per informazioni è possibile chiamare allo 0742357035 oppure al 3666635287; o inviare una mail all’indirizzo info@ciacfoligno.it.