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Migranti, in 200 accolti dall’Arca del Mediterraneo: “Strutture piene”

Pubblicato il 21 Agosto 2023 13:26

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“È un momento di assoluta emergenza”. Con queste parole la presidente della Fondazione Arca del Mediterraneo, Daniela Mannaioli, interviene sul fronte dell’accoglienza migranti. Tema che in questi giorni sta interessando in maniera importante l’Italia, in virtù dei continui sbarchi che si registrano quasi quotidianamente sulle nostre coste.

Un tema che riguarda anche l’Umbria in generale e Foligno nello specifico. “Ad oggi – commenta Daniela Mannaioli – accogliamo 200 persone. Numeri importanti, rispetto ai quali cerchiamo di garantire un livello di accoglienza più alto anche se emergenziale”. Sì, perché quando la Fondazione Arca del Mediterraneo, braccio operativo della Caritas diocesana, aveva partecipato al bando per l’immigrazione e l’accoglienza della Prefettura il tetto massimo era di cento posti. “Attualmente, invece – prosegue -, ne abbiamo il doppio, perché la Prefettura di Perugia, così come sta accadendo nel resto d’Italia, è in forte emergenza”. Per la Fondazione guidata da Daniela Mannaioli un lavoro enorme, sia sul fronte amministrativo, deputato alle rendicontazioni, ma anche operativo, per ciò che riguarda la gestione dei flussi: dal reperimento delle strutture per l’accoglienza, passando per il supporto quotidiano delle persone ospitate. “Perché – dichiara – occorre tenere conto anche delle esigenze che queste persone hanno, legate anche alle loro culture e tradizioni”.

Si tratta per lo più di uomini, ma anche di nuclei familiari, a cominciare dalle mamme con figli. Varia la provenienza: dal Pakistan al Bangladesh, passando per la Nigeria e la Somalia, solo per citare alcuni dei Paesi da cui arriva il maggior numero di migranti. Tutti inseriti nel progetto Cas (Centri di accoglienza straordinaria) della Prefettura, all’interno del quale da qualche mese rientrano, così come stabilito da direttive prefettizie, anche gli ucraini in fuga dalla guerra. Duecento in tutto, dunque, ai quali si aggiungono gli accolti del progetto Sai (Sistema accoglienza integrazione), gestito dal Ministero dell’Interno attraverso i Comuni, che conta attualmente una quindicina di persone.

“L’emergenza è acuta e si sente – sottolinea Mannaioli -. Siamo in difficoltà e ci siamo dovuti fermare, perché non riusciamo a reperire altre strutture per ospitare i migranti (quindici all’incirca quelle attualmente in uso, dislocate su tutto il territorio comunale). È difficile poter gestire questi numeri, soprattutto in un periodo di ferie come quello attuale, perché ci sono sì delle esigenze umanitarie cui far fronte, ma ci sono anche i diritti dei lavoratori che vanno rispettati, ai quali non si può chiedere una disponibilità h24”. E proprio per far fronte agli attuali numeri sono stati inseriti nuovi operatori, “in maniera proporzionale – dichiara la presidente dell’Arca – ai numeri dell’accoglienza, altrimenti non potremmo garantire servizi adeguati”.

L’accoglienza dei migranti, così come spiegato da Daniela Mannaioli, prevede, oltre al cosiddetto “kit d’ingresso”, che riguarda servizi di cura, vitto e alloggio, anche l’accompagnamento, in primis, per ottenere la regolarità sul territorio nazionale – attraverso il riconoscimento dello status di rifugiato o dell’asilo politico -, e l’inserimento nelle comunità accoglienti con l’insegnamento della lingua italiana, il supporto sanitario ma anche l’integrazione lavorativa. “Per la quale – commenta – abbiamo avviato nel tempo anche progetti con le aziende, per permettere a queste persone di poter lavorare. L’obiettivo è aiutarli ad avere un’indipendenza economica e ‘pratica’ per poter andare per la loro strada”.

Parallelamente, la Fondazione Arca del Mediterraneo ha attuato delle convenzioni anche con l’Usl, così da poter avere dei percorsi prestabiliti da seguire sul fronte sanitario. Fronte rispetto al quale al Centro pastorale “Fratelli tutti” sta prendendo forma anche l’ambulatorio solidale, grazie alla preziosa collaborazione di medici in pensione che hanno dato la loro disponibilità nella realizzazione di un primo presidio sanitario dedicato non solo ai migranti ma a tutti i cittadini fragili che necessitano di consulti medici, da quello pneumologico a quello dentistico, solo per fare qualche esempio. “È una delle ‘opere segno’ della Caritas in favore dei più bisognosi – commenta -, come avviene per la mensa o l’Emporio della solidarietà”.

Ma i progetti della Fondazione Arca del Mediterraneo non si fermano qui. “Al momento non siamo nelle condizioni di poterlo realizzare – conclude Daniela Mannaioli -, ma in futuro vorremmo avviare anche un progetto di accoglienza per minori non accompagnati, per il quale per serviranno, però, spazi adeguati e personale che si occupi h24 dei bambini e dei ragazzi accolti, proprio come farebbe una mamma. Un progetto importante e impegnativo che, in questo momento di ‘emergenza sbarchi’, non possiamo però concretizzare”.

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