Era il 23 agosto 1923 quando don Giovanni Minzoni venne ucciso per strada ad Argenta, comune della provincia di Ferrara. Colpito a morte con calci, pugni e bastonate per mano di due squadristi vicini a Italo Balbo. Massacrato per la sua ferma opposizione al fascismo. Da allora sono trascorsi cento anni. E proprio nel centenario della sua morte, Foligno ne ha ricordato la figura con una cerimonia nella piazza cittadina che porta il suo nome.
Alla presenza del Gonfalone della città, si è dunque tenuta una breve commemorazione, che ha visto la presenza – tra gli altri – del vicesindaco Riccardo Meloni, degli assessori alla Cultura e alla Memoria, Decio Barili e Paola De Bonis, del presidente del consiglio comunale, Lorenzo Schiarea, dei consiglieri comunali Riccardo Polli (Lega) e Rita Barbetti (Pd), dell’ex sindaco di Foligno, Maurizio Salari, e del presidente dell’Università della Terza Età, Roberto Segatori.
A margine della cerimonia, con la deposizione di una corona d’alloro davanti all’opera “Ricordo del dolore umano”, realizzata dall’artista Ivan Theimer in memoria dei caduti per la pace su richiesta dell’allora primo cittadino, Maurizio Salari, l’attuale vicesindaco ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa sulla giornata di commemorazione. “Don Minzoni – ha detto – è stato un personaggio che ha dato la vita per combattere il fascismo e figure come la sua meritano sicuramente tutta la nostra attenzione. È stato uno dei fautori dello scoutismo e ha fatto parte del Partito popolare dell’epoca, due realtà alle quali sono stato molto vicino. È giusto che gli sia stata dedicata una piazza. Una piazza che, come sappiamo, è cuore pulsante della città e questo significa che il suo pensiero non è morto, ma è ancora vivo”.
Da Riccardo Meloni anche l’impegno a ripristinare alcuni elementi della piazza deteriorati dal tempo e per i quali lo stesso ex sindaco Salari ha chiesto l’intervento dell’amministrazione. Il riferimento è, in particolare, alla targa che porta il nome del sacerdote ucciso dalla furia fascista rendendola nuovamente leggibile, ma non solo. Con il tempo, infatti, sono venuti a mancare anche i “bottoni” d’ottone che campeggiavano alla base dell’opera di Ivan Theimer, dov’è impressa la scritta “Ognuno costruisce la vittoria della pace”, frase proposta dalla scuola media di Belfiore e scelta dall’allora amministrazione tramite un concorso.
“Scegliemmo questa piazza – ha commentato da parte sua l’ex sindaco Salari – perché era chiaro il segno dei bombardamenti della seconda guerra mondiale”. Nel fregio della clessidra realizzata dall’artista ceco, come ricordato dalla consigliera comunale del Pd, Rita Barbetti, sono rappresentati il sacrificio di Colomba Antonietti, la morte del partigiano Franco Ciri, l’uccisione dei martiri Tucci, il bombardamento di Foligno e il terremoto del ’97. “Tanti nostri giovani frequentano questa piccola piazza, conosciuta anche con il nome di ‘Piazza delle tartarughe’, per le tartarughe scolpite da Thaimer, che le considera simbolo di eternità” aveva scritto pochi giorni fa l’esponente dem, aggiungendo: “Sarebbe bello se i nostri giovani capissero a fondo il valore di questo piccolo cuore di Foligno, dove si ricordano gli eroi del vivere con dignità, le aberrazioni del nazifascismo, l’orrore della guerra”.