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Osservazione dei ghiacciai, il Laboratorio di scienze sulle Alpi con tre nuove webcam

Pubblicato il 4 Ottobre 2023 15:22

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Il progetto didattico-formativo “Il clima che cambia. I ghiacciai alpini”, messo a punto dal Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno in sinergia con la start up Scenari Digitali e con la collaborazione del Comune di Foligno e della Cassa di Risparmio di Foligno, compie un nuovo importante passo nel percorso di sensibilizzazione degli studenti sull’impatto che il riscaldamento globale ha sui ghiacciai. Dopo l’avvio nel 2022, si prepara, infatti, ad affrontare un nuovo anno di attività, il secondo, con grandi novità. Grazie al contributo della Fondazione Carifol nei prossimi giorni saranno attivati i primi due nuovi punti di osservazione in Val d’Aosta, arrivando sul Monte Bianco e sul Monte Cervino, grazie alla collaborazione del Club Alpino Italiano sezione di Torino. Una delle due webcam, attraverso le quali sarà possibile monitorare lo stato di salute dei ghiacciai, verrà posizionata al Rifugio Torino (3.375m) a Punta Helbronner; l’altra al Rifugio Teodulo (3.317m) sulle Alpi Pennine. Il terzo punto di osservazione, invece, verrà finanziato e gestito dall’Ite “Scarpellini” e verrà posizionato al Rifugio Pizzini (2.708m) nel ghiacciaio dei Forni in Valfurva nel Parco Nazionale dello Stelvio. A queste tre webcam se ne potrebbe aggiungere presto anche una quarta, installata dalla start up Scenari Digitali al Colle dei Cappuccini, a Torino, nel Museo Nazionale della Montagna, sede del Cai. 

I dettagli del progetto sono stati presentati in occasione della conferenza stampa che si è tenuta nella mattinata di mercoledì 4 ottobre nella sede del Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno e che ha visto la presenza del presidente e del direttore della struttura di via Isolabella, Maurizio Renzini e Pierluigi Mingarelli, dell’assessore comunale all’Istruzione, Paola De Bonis, della presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, Monica Sassi, della dirigente scolastica dell’Ite “Scarpellini”, Federica Ferretti, e di Leonardo Angelini e Massimiliano Squadroni di Scenari Digitali. 

“Il progetto  didattico-formativo ‘Il clima che cambia. I ghiacciai alpini’ – ha spiegato il professor Pierluigi Mingarelli – è partito lo scorso anno con un’attività di osservazione che ha coinvolto scuole di tutta Italia, a cui si è affiancata anche la formazione con conferenze e lezioni tenute da esperti del settore. Ora ci apprestiamo a dare inizio a questa seconda parte, molto importante, con l’attivazione di nuove webcam. Si tratta di un progetto che non ha mai fatto nessuno e con il quale vengono elaborati dei video, attraverso i fotogrammi raccolti dai punti di osservazione, che sono anche una validazione della qualità degli strumenti che abbiamo e utilizziamo per quest’operazione, per la quale ringraziamo tutte le parti che ci hanno sostenuto e con noi collaborano per la buona riuscita di questa iniziativa”. 

“È un progetto di grande rilevanza formativa – ha commentato il presidente Maurizio Renzini – perché sensibilizza i giovani sulle problematiche legate ai cambiamenti climatici e all’attività antropica con riferimento allo scioglimento dei ghiacciai, che incarna quella che è la vocazione del nostro Laboratorio, ossia tenere alta l’attenzione sui temi del nostro tempo”.

“Attraverso le webcam installate – ha spiegato Leonardo Angelini – siamo in grado di raccogliere in maniera costante, durante tutto l’arco della giornata, fotogrammi che vengono poi inviati ad un sistema di elaborazione molto articolato e complesso con il quale vengono realizzati video che utilizzano il Timelapse. Siamo gli unici a farlo in quota e stiamo raggiungendo tutte le maggiori vette alpine, in luoghi impervi che richiedono tecniche particolari per l’installazione delle webcam, dei pannelli fotovoltaici e delle batterie e che fanno i conti anche con temperature molto basse”.

“Con l’attivazione delle tre nuove webcam, a cui se ne potrebbe aggiungere anche una quarta, sale ad una trentina il numero dei punti di osservazione che abbiamo a disposizione per monitorare lo stato dei ghiacciai”, ha dichiarato Massimiliano Squadroni, illustrando ai presenti, attraverso immagini e slide, tutto il lavoro che c’è dietro al progetto. “Attualmente – ha aggiunto – sono una trentina le scuole di tutta Italia che partecipano. Tra i prossimi step prevediamo il coinvolgimento del Cnr per entrare ancora di più nel merito di questa emergenza climatica. Ma la sfida che ci siamo posti è anche quella di far toccare con mano ai ragazzi quella che è la realtà dei ghiacciai, un’esperienza veramente coinvolgente. Ci piacerebbe la prossima primavera portare una classe dell’Ite ‘Scarpellini’, zaino in spalla,  a visitare quei luoghi”. 

“Come istituto siamo contenti di partecipare a questo progetto – ha commentato la dirigente scolastica dell’Ite ‘Scarpellini’, Federica Ferretti -, perché ci piace pensare ai nostri ragazzi non come una risorsa del futuro, ma del presente, altrimenti non li responsabilizzeremo mai. I giovani sono i protagonisti, oggi, di quella che è la realtà sociale e civile: devono poter osservare e monitorare tutto quello che avviene intorno a loro, anche a livello ambientale”.

“La Fondazione Carifol ha aderito a questa iniziativa già con il precedente consiglio – ha detto la neopresidente Monica Sassi – e prosegue con quello attuale, che ne condivide gli intenti, sposando a pieno l’importanza del tema trattato: quello, cioè, del cambiamento climatico con cui ci dobbiamo tutti confrontare, compresi i giovani che devono poter comprendere pienamente quello che sta accadendo per poter dare il loro contributo oggi come in futuro. Siamo vicini alle attività del Laboratorio, con cui condividiamo l’importanza della divulgazione scientifica e il coinvolgimento delle scuole e come Fondazione continueremo a fare la nostra parte per quello che ci sarà possibile”.

“Quella proposta dal Laboratorio di Scienze Sperimentali – ha dichiarato l’assessore Paola De Bonis – è un’alta formazione, che permette ai nostri ragazzi di andare oltre la lezione in aula per toccare con mano quanto accade intorno a noi. Gli studenti hanno così la possibilità di vedere gli effetti che alcune nostre azioni hanno e questa è una forma di sensibilizzazione straordinaria, perché gli permette di capire l’azione sbagliata che c’è a monte. Come Comune abbiamo sempre fatto quello che potevamo e mi auguro che ci sia una maggiore attenzione e consapevolezza verso questa realtà anche a livelli istituzionali più alti, perché questo Laboratorio è un gioiello della nostra città”.

Il progetto didattico-formativo “Il clima che cambia. I ghiacciai alpini” ha come destinatarie le scuole di tutta Italia, con un’attenzione particolare agli Istituti secondari di secondo grado e agli Istituti omnicomprensivi, ma con una proposta che, in via sperimentale, lo scorso anno ha coinvolto anche le scuole primarie e secondarie di primo grado di Foligno e del resto dell’Umbria, socie della struttura di via Isolabella. Gli studenti delle scuole aderenti all’iniziativa hanno la possibilità di monitorare lo stato di salute dei ghiacciai attraverso un sistema di webcam alimentate ad energia solare, che Scenari Digitali ha installato in siti di particolare interesse che fanno riferimento all’ambiente montano italiano. Per quanto riguarda le Alpi: Capanna Margherita (4.554m Monte Rosa), Capanna Gnifetti (3.647m Monte Rosa), Rifugio Casati (3.269m, Ghiacciaio dei Forni), Rifugio Guasti (3.285m, Gran Zebrù), Passo Gavia (2.560m, Valfurva), Rifugio Locatelli (2.450m, Tre Cime di Lavaredo, Dolomiti), Passo Sella (2.225m, Val Gardena, Dolomiti), Rifugio Pastore (1.575m, Alagna Valsesia), Rifugio Monte Agudo (1.573m, Auronzo di Cadore). Mentre negli Appennini i Monti Sibillini, il Monte Nerone nelle Marche e la Majelletta in Abruzzo. Ai quali, come detto, a breve si aggiungeranno anche il Monte Bianco, il Monte Cervino e il ghiacciaio dei Forni in Valfurva.

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