Un invito a “essere rete e famiglia”, a riscoprire “le ragioni della fede, mettendosi in dialogo e ascoltando tutti”. È l’invito arrivato da monsignor Domenico Sorrentino in occasione del Festival della vita di Foligno, che si è tenuto nella giornata di sabato 28 ottobre – con un’anteprima nella serata di venerdì 27 ottobre – e incentrato in questa seconda edizione su tre parole chiave: famiglia, disabilità e comunità.
“Vogliamo allontanare quell’atteggiamento pietistico che viene fuori quando si parla di famiglie in difficoltà e disabilità e invertire la rotta, perché le fragilità sono il motore della storia” – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali, Agostino Cetorelli, aprendo i lavori nell’incontro su “Famiglia e disabilità” ospitato nella mattinata di sabato all’Oratorio del Crocifisso, che ha segnato di fatto il via della seconda edizione del Festival della vita. A parteciparvi scolaresche, associazioni, cittadini ma anche la presidente della Regione, Donatella Tesei, la presidente dell’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, Paola Fioroni, e il vescovo di Foligno e Assisi-Gualdo Tadino-Nocera Umbra. “Come amministrazione comunale – ha proseguito Cetorelli – abbiamo investito molto nella cultura della vita: siamo partiti nel 2020 con il patto sulla natalità; ci siamo occupati di affido, per portare un sapore di famiglia a quei giovani che non l’avevano e non ce l’hanno; abbiamo costituito un osservatorio delle povertà in collaborazione con i sindacati; e abbiamo lavorato con Afam per iniziative come la Baby Box e scontistiche per le neo mamme. Ma – ha sottolineato l’assessore Cetorelli – non ci sentiamo appagati”. Da qui la volontà dichiarata di andare avanti con una “riforma di sistema che interessi tutte le famiglie, a cominciare da quella media, non intercettata”. E ancora l’introduzione del “fattore famiglia”, per il quale la giunta folignate avrebbe già stanziato delle risorse. “Si tratta – ha spiegato – di un progetto pilota che mira a definire il valore Isee all’interno di un nucleo familiare tenendo conto dei suoi componenti: il diverso impatto, ad esempio, che possono avere i figli in base all’età. C’è un’alleanza forte tra pubblico e terzo settore: il tessuto sociale cittadino si muove, si è riacceso e dobbiamo accompagnarlo nel cammino intrapreso”. Un cammino che per l’assessore Cetorelli punta a “sconfiggere inverno demografico e la cultura dello scarto”.
Poi, la parola è passata a Paola Fioroni. “La disabilità – ha detto – è una condizione e non una fragilità, perché fragili e vulnerabili lo siamo tutti. Quello che incide sulla disabilità è l’ambiente che si vive e noi puntiamo ad un welfare del diritti piuttosto ad un welfare di protezione. Occorre – ha aggiunto – un territorio a misura di famiglia, che crei le condizioni per avere una facilitazione affinché possa portare avanti il proprio processo di vita. Tanti Comuni lo stanno facendo e lo stiamo facendo anche a livello regionale, lavorando ad una legge sulle politiche familiari. La persona va messa al centro e quello di lavorare ad un progetto personalizzato non deve essere un’utopia, ma va realizzato. È quello a cui dobbiamo guardare tutti: un approccio alla disabilità che garantisca e tuteli i diritti”. “I dati allarmanti sulla denatalità e sull’invecchiamento della popolazione ci dicono che lafamiglia va presa in considerazione molto più di quanto si faceva prima – ha detto nel suo intervento la presidente Tesei -. Occorre lavorarci per invertire questa tendenza e dobbiamo farlo tutti insieme. Bisogna mettere in campo politiche che diano fiducia e speranza ai giovani, così che avere dei figli non venga più considerato un atto di coraggio estremo come lo è oggi. La nostra giunta – ha concluso – ha investito molto sulla famiglia e in modo strutturale: immettendo nelle varie misure risorse per 30 milioni di euro”.
Dopo l’intervento di esperti del settore e di rappresentanti delle associazioni, a chiudere la mattinata del Festival è stato monsignor Sorrentino. “Vedo uno spicchio di speranza che deve ora diventare l’intero frutto” ha commentato il presule, rivolgendosi alla platea, e ricordando come la fragilità accomuni tutti quanti. “È una dimensione della nostra vita con la quale dobbiamo imparare a convivere, così come dobbiamo stare gli uni accanto agli altri, vivere gli uni per gli altri. Se creiamo un orizzonte di solidarietà, comunione e famiglia, ce lo ritroveremo quando ne avremo bisogno. È quello che stiamo facendo anche con la realizzazione del progetto ‘Dopo di noi’”. Progetto che, lo ricordiamo, si prepara a vedere a luce nella struttura di Cantagalli, nel comune di Bevagna, dove si andrà a dare assistenza a persone con disabilità e senza una rete familiare alle spalle. “Quello che stiamo facendo non è una struttura, ma è il nostro essere Chiesa – ha proseguito monsignor Sorrentino -, che significa essere una grande famiglia e come tale deve ricrearsi. Ogni giorno dobbiamo convertirci al senso di essere fratelli e sorelle. Come Chiesa abbiamo iniziato percorso di ritessitura. Qui a Foligno – ha quindi detto in conclusione – vedo speranza. Vedo un cammino che si apre: è qualcosa di raro e sono contento di averlo trovato avviato e di poterlo ora incoraggiare”.