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Young Jazz cambia pelle. La presidente Battisti: “Attenzione a nuovi linguaggi musicali”

Pubblicato il 16 Novembre 2023 14:44

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Young Jazz cambia pelle. Una trasformazione, quella avviata dal nuovo direttivo guidato da Giulia Battisti con la direzione artistica di Dan Kinzelman, che punta alla crescita e all’innovazione della kermesse ma rimanendo fedele alla sua storia ventennale. Tante le novità annunciate dalla neo presidente, che ha parlato di un rilancio dell’associazione. La prima riguarda il format, non più un festival concentrato in pochi giorni ma una rosa di eventi che prenderà il via con la rassegna “Countodwn” con due appuntamenti il 18 novembre e il 10 dicembre, che condurranno al “Moult Festival”, un micro-festival di un giorno in programma per il 6 gennaio prossimo. Young Jazz ha inoltre messo a punto una nuova veste grafica con la stampa a caratteri mobili, curata da Francesca De Mai, volta a richiamare anche la tradizione tipografica folignate. “L’idea – ha spiegato la neo presidente – è di dare attenzione a nuovi linguaggi musicali e, per la prima volta, a tutto ciò che accade fuori dall’Italia”.

Ad illustrare il programma è stato il direttore artistico Dan Kinzelman, sassofonista americano che da ormai 20 anni ha deciso di stabilire la propria residenza a Foligno. “L’obiettivo – ha dichiarato – è creare momenti di socialità attraverso la musica, utilizzando un linguaggio contemporaneo e sperimentale che faccia incontrare chi suona, chi ascolta e chi organizza. Altro elemento caratterizzante sarà la sinergia con altre realtà cittadine e del circondario”. Entrando del dettaglio del programma, come detto si partirà con i due appuntamenti della rassegna “Countdown”: il primo è fissato per sabato 18 novembre, alle 22, allo Zut con il concerto dei Deadeye, Horgan-trio poliglotta formato dall’olandese Reiner Baas (chitarra), dall’inglese Kit Downes (organo Hammond) e dal tedesco Jonas Burgwinkel (batteria). Il secondo evento, invece, si terrà domenica 10 dicembre, alle 18, all’auditorium San Domenico. si tratta del concerto del piano-trio australiano The Necks, formato da Chris Abrahams (piano), Lloyd Swanton (contrabbasso) e Tony Buck (batteria), organizzato in collaborazione con T-Trane Record Store di Perugia. Previste anche selezioni in vinile di Janky Goove (Stefano Tucci, Michele Minciarelli e Massimiliano Bagagli). Come detto, “Countdown” condurrà alla data zero e novità assoluta del “Moult Festival” in agenda per il 6 gennaio prossimo. Ospitato a palazzo Candiotti, il micro-festival organizzato da Young Jazz proporrà il concerto solista del giovane sassofonista fiorentino Cosimo Fiaschi; le canzoni surreali della bassista sudtirolese Ruth Goller con il suo trio vocale Skylla; l’esibizione tra batteria ed elettronica del francese Ar Ker e l’hip-hop di Y-Otis. E, per concludere, una jam session a cura di Hat & Beard.

Ad intervenire alla conferenza stampa di presentazione degli appuntamenti firmati Young Jazz, che si è tenuta nella mattinata di giovedì 16 novembre a palazzo comunale, anche la presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, Monica Sassi, e l’assessore alla Cultura, Decio Barili. “La Fondazione – ha commentato la presidente Sassi – riconosce l’attività ventennale di quest’associazione e il suo ruolo dentro e fuori i confini locali e regionali, condividendo la stessa attenzione per le nuove generazioni e per il sociali, ma anche per il coinvolgimento dell’intera città attraverso la valorizzazione dei suoi luoghi più belli ed anche delle attività commerciali”. “Questa nuova avventura – ha dichiarato da parte sua l’assessore Barili – traspare da tanti aspetti: non solo nell’offerta musicale, ma anche nella grafica e nella scelta di guardare a ciò che succede fuori dai confini nazionali. Young Jazz cerca così di misurarsi con una nuova sfida, pur mantenendo il proprio legame con la città e le sue tradizioni: ne viene fuori un programma molto intenso e stimolante Come amministrazione – ha quindi concluso Barili -, oltre a concedere il patrocinio, abbiamo messo a disposizione degli spazi comunali, perché eventi così significati devono potersi esprimere nei luoghi più belli della città”. 

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