Sono 6.070 le assunzioni previste dalle imprese umbre nel mese di gennaio, 190 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando erano state 6.260. A dirlo i numeri del Sistema informativo Excelsior Unioncamere, che evidenziano una situazione in controtendenza rispetto al dato nazionale che registra, invece, un incremento. L’Umbria, però, sembra destinata a recuperare se si guarda al trimestre gennaio-marzo, per il quale sono previsti 16.120 avviamenti al lavoro, 850 in più rispetto allo stesso trimestre del 2023, pari cioè ad un 5,5% in più.
Per quanto riguarda le caratteristiche degli avviamenti al lavoro, nel 29% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 71% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Si concentreranno per il 59% nel settore dei servizi e per il 61% nelle imprese con meno di 50 dipendenti; il 19% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, una quota inferiore alla media nazionale (26%). In 53 casi su 100, poi, le imprese umbre prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati; per una quota pari al 34% interesseranno i giovani con meno di 30 anni; per il 19%, invece, prevedono di assumere personale immigrato; infine, il 14% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato. Le tre figure professionali più richieste concentreranno il 56% delle entrate complessive previste; per una quota pari al 64% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Le imprese della regione che prevedono assunzioni, poi, sono pari al 13% del totale.
Guardando, invece, ai settori economici, nel trimestre gennaio-marzo gli avviamenti al lavoro interesseranno principalmente il comparto delle costruzioni con 2.350 assunzioni (+580), seguito dal commercio con 2.240 chiamate (+130), i servizi di alloggio e ristorazione con 1.770 chiamate e i servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone con 1.200 (+150). Dato negativo, invece, per i servizi turistici (-160).
Tra i profili richiesti operai specializzati e conduttori di impianti con un 35%; professioni commerciali e dei servizi con un 31%; dirigenti, specialisti e tecnici con un 15%; profili generici con un 13%; e impiegati con un 6%.
In Umbria resta molto alta la percentuale delle assunzioni “di difficile reperimento” (53% rispetto al 49,2% della media nazionale, il che significa che nella regione rischia di non venire coperto oltre un avviamento al lavoro su due), mentre le assunzioni offerte dalle imprese solo nel 29% dei casi sono stabili; migliora (dall’11% al 14%) la quota di assunzioni destinate ai laureati, che tuttavia resta ben sotto la media nazionale (19%). Quanto alle imprese che prevedono di assumere, a gennaio 2024 sono il 13%, in aumento rispetto all’11% di gennaio 2023.
“Nel complesso – commenta il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni – si tratta di un inizio 2024 soddisfacente, per l’Umbria, sul piano delle previsioni di assunzioni da parte delle imprese. I nuovi dati del Sistema informativo Excelsior – prosegue – fanno emergere un andamento trimestrale in linea con la media nazionale ed è importante rilevare come nella regione si assista a una crescita della percentuale di avviamenti al lavoro per i laureati, pur restando ancora sotto la media nazionale. Un quadro, tuttavia, dove ormai si è cronicizzato il problema delle assunzioni considerate ‘di difficile reperimento’, dove l’Umbria continua a far registrare una percentuale superiore alla media nazionale. Un fenomeno – conclude Mencaroni – che dimostra come il mismatch tra domanda e offerta di lavoro sia ben lontano dall’essere superato, nonostante i numerosi forzo fatti”.