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Infermiera aggredita a Foligno, la Lega chiede più tutele per i sanitari

Pubblicato il 11 Gennaio 2024 15:25

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Chiedono l’attivazione di “nuovi strumenti allo scopo di salvaguardare il benessere fisico e psicologico di quanti lavorano in corsia” il capogruppo della Lega in Regione, Stefano Pastorelli, e la consigliera Paola Fioroni, a seguito dell’aggressione ai danni di un’infermiera in servizio all’ospedale di Foligno, avvenuta lo scorso martedì. Nella mattinata di giovedì 11 gennaio, infatti, i due leghisti hanno annunciato un’interrogazione per “fare chiarezza” sui fatti degli scorsi giorni, condannando “fermamente tutte le aggressioni e gli atti violenti che avvengono nelle corsie degli ospedali”. Per Pastorelli e Fioroni “medici, infermieri e operatori sanitari devono essere messi in condizioni tali da poter agire in sicurezza e con serenità allo scopo di tutelare la salute di tutti”. Per far sì che questo possa accadere, i due esponenti della Lega sottolineano come sia “indispensabile monitorare e scongiurare il fenomeno delle aggressioni, purtroppo – concludono – sempre più diffuso su tutto il territorio nazionale, ai danni di chi opera negli ospedali e nelle strutture sanitarie”. Da Pastorelli e Fioroni, dunque, “solidarietà e vicinanza” alla vittima, mentre sul caso è intervenuto nelle scorse ore anche il direttore del pronto soccorso del “San Giovanni Battista”. Come riportato nell’edizione quotidiana de La Nazione, il dottor Giuseppe Calabrò ha bollato come “inaccettabile” quanto accaduto negli scorsi giorni nell’ospedale di Foligno, quando – come detto – un’infermiera è stata aggredita dai familiari di un giovane paziente, per i quali l’ambulanza sarebbe intervenuta con tempi d’attesa troppo lunghi nell’abitazione, spingendo i congiunti del ragazzo ad accompagnarlo in auto in ospedale. Il diverbio tra i parenti del giovane e il personale sanitario sarebbe quindi scoppiato nella sala d’attesa del pronto soccorso. È lì che l’infermiera sarebbe stata colpita al volto da un familiare del paziente. Per Calabrò il personale del pronto soccorso e del 118 è sottoposto a “ritmi assurdi e carichi di lavoro particolarmente pesanti”. 

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