Più sicurezza sul lavoro. Fit-Cisl Umbria si unisce alla mobilitazione nazionale per la sicurezza e ha organizzato un’assemblea nelle Officine Manutenzione Ciclica Locomotive. “Con la nostra mobilitazione nazionale indetta dopo i fatti di Firenze – ha detto il segretario nazionale Cisl, Mattia Pirulli, che ha raggiunto Foligno la mattina dello scorso mercoledì insieme a al segretario generale nazionale Salvatore Pellecchia e al segretario nazionale Fit-Cisl Gaetano Riccio – vogliamo portare in tutti i luoghi del territorio italiano il nostro Manifesto finalizzato a trovare soluzioni alle morti sul lavoro”.
I dieci punti che compongono la campagna di sensibilizzazione del sindacato sono stati anche discussi il 26 febbraio a palazzo Chigi. Secondo Pirulli, Fit-Cisl ha una missione precisa: “Dobbiamo partire dall’incontro con le persone per poi arrivare alle istituzioni, alla politica e al sistema delle imprese”.
Il segretario generale nazionale Pellecchia con il suo intervento ha sottolineato la necessità di radicare la cultura della sicurezza nei rapporti di lavoro, mettendo l’accento sulla necessaria formazione, che deve essere svolta a tutti i livelli, e soprattutto sulla definizione delle misure attuative della prevenzione, che secondo il segretario andrebbero “prestabilite e concordate all’interno dei contratti collettivi di lavoro”.
Il tema della sicurezza è stato affrontato anche dal segretario generale Fit-Cisl Umbria, Gianluca Giorgi, che si è soffermato particolarmente sulla questione delle aggressioni ai lavoratori front-line: “È qualcosa di intollerabile – ha detto – che colpisce tutti i settori del lavoro. Esigiamo dalle parti datoriali le risposte richieste per trovare una soluzione definitiva a questo problema”.
Giorgi che, dopo aver posto l’attenzione su un disagio che va assolutamente risolto, ha anche puntato i riflettori sulla realtà delle Officine di Manutenzione Ciclica Locomotive, luogo strategico a livello regionale e nazionale, che secondo il segretario deve essere tutelato, auspicando la non interruzione del flusso di nuove assunzioni. “Si rischierebbe altrimenti – ha infatti commentato Giorgi – di far scendere ancora il numero del personale diretto di produzione che ad oggi è a quota 275, un numero per noi insufficiente: l’ottimale sarebbe 315, l’ideale 400”.