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Oltre 500 supercar vendute evadendo l’Iva: frode da 2,5 milioni

Un concessionario plurimarche del Folignate, già oggetto di indagine, è finito di nuovo nel mirino di guardia di finanza e Ufficio dogane di Perugia. I clienti ignari della "truffa carosello"

Pubblicato il 14 Maggio 2024 11:10 - Modificato il 15 Maggio 2024 13:18

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Una frode da due milioni e mezzo di euro. È quella messa in atto da una concessionaria di auto plurimarche con sede legale nel Folignate, che già in passato era stata oggetto di indagine. Secondo quanto ricostruito dai funzionari del Reparto antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Perugia in collaborazione con gli agenti della sezione della polizia stradale del capoluogo e i militari della Compagnia della guardia di finanza di Foligno, la società avrebbe evaso l’Iva per 1,35 milioni nel 2019 e per 1,21 milioni di euro nel 2020. Del tutto ignari della “frode carosello”, invece, i clienti.

Secondo quanto emerso dall’indagine sarebbero state oltre 500 le vetture, anche di grossa cilindrata, acquistate in Germania e rivendute nell’autosalone folignate per un valore di 8 milioni di euro. Tra queste anche Maserati (Ghibli), Porsche (Cayenne, Macan e Panamera), Alfa Romeo (Stelvio), Audi (A7, Q8 e TT), Ford (Mustang), Jaguar (E.Pace, X.E) Mercedes (Glc220), Peugeot (Rcz).

A conclusione delle attività sono state deferite alla Procura della Repubblica di Spoleto 11 persone, tra cui il titolare della ditta operante nella Valle umbra sud, per dichiarazione fraudolenta per utilizzo di fatture soggettivamente inesistenti, mentre ai 10 titolari delle società cosiddette “cartiere” è stata contestata l’omessa dichiarazione Iva e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Tutti i titolari delle società “cartiere”, con sedi operative fittizie dislocate nelle province di Roma, Foggia e Vibo Valentia, risultano nullatenenti.

L’operazione è stata condotta in collaborazione con l’Autorità doganale tedesca, che ha messo a disposizione tutta la documentazione commerciale. Documentazione che ha consentito di accertare la frode in atto sull’imposta gravante in Italia: le auto, infatti, venivano nazionalizzate negli Uffici della Motorizzazione civile dislocati fuori dal territorio umbro e immatricolate con falsa documentazione commerciale e false dichiarazioni di atto notorio a nome degli ignari clienti, simulando le condizioni per beneficiare dell’esenzione Iva prevista dalla normativa fiscale per l’acquisto di auto da parte dei privati negli autosaloni tedeschi con Iva già assolta in Germania.

Circa 70 i proprietari interrogati dagli inquirenti, confermando tutti come la firma apposta sulla documentazione rinvenuta non fosse la loro. Mentre i funzionari doganali si sono occupati degli acquirenti umbri, le dichiarazioni di quelli residenti fuori regione – in particolare a Bolzano, Crotone, Catanzaro, Napoli, Palermo, Roma, Foggia e Siena – sono state acquisite dalla polizia stradale attraverso gli uffici e le sezioni dislocate su tutto il territorio nazionale. Alle fiamme gialle folignati, invece, il compito di effettuare le indagini e le analisi del caso sull’accertamento delle imposte dirette. Previste sanzioni fino a 9 milioni di euro.

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