16.1 C
Foligno
giovedì, Maggio 22, 2025
HomeEconomiaSindacati in piazza contro la privatizzazione di Poste Italiane

Sindacati in piazza contro la privatizzazione di Poste Italiane

Sabato mattina, a Perugia, il presidio che ha visto anche la presenza dei lavoratori con l’obiettivo di “continuare ad assicurare un presidio sociale in molte frazioni” ed evitare il rischio di una “desertificazione degli istituti”. Rammarico per l’assenza di Comuni e Anci

Pubblicato il 18 Maggio 2024 13:27 - Modificato il 19 Maggio 2024 12:03

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

Tempio crematorio a Colfiorito, l’imprenditore contro il Comune: “Amaro in bocca per le promesse fatte” 

Il legale rappresentante della società che aveva presentato la proposta di project financing interviene sulla vicenda all’indomani del pronunciamento del consiglio comunale: rigettata l’istanza con i voti della maggioranza, mentre l’opposizione non partecipa al voto

Presentato a Roma il francobollo che celebra la Quintana

Quello dedicato alla rievocazione storica folignate è tra gli otto promossi dal ministero delle Imprese e del Made in Italy e fa parte della cornice tematica “Eccellenze del patrimonio culturale italiano”

Discarica abusiva vicino al Topino: denunciato 40enne

Sottoposta a sequestro un’area che si trova nel territorio di Nocera Scalo, in cui i carabinieri hanno rinvenuto anche rifiuti pericolosi. Nei guai il titolare di un’azienda che si occupa di commercio all’ingrosso di rottami: per lui anche una sanzione di 3mila euro

Presidio a Perugia per dire “no” alla privatizzazione di Poste Italiane. Nella mattina di sabato 18 maggio sindacati e lavoratori si sono ritrovati, bandiere in alto, in piazza Italia per esprimere il loro dissenso di fronte al rischio di una presenza sempre più importante di privati all’interno della società. Presenza che, secondo quanto ricordato dalle organizzazioni sindacali – Slp Cisl, la Slc Cgil e UilPoste, Confsal comunicazioni, Failp Cisal e Fnc Ugl Comunicazioni Umbria quelle intervenute -, si attesta oggi al 30%.

“No” alla privatizzazione, dunque, ma anche alla “divisione fra mercato privati e recapiti” con l’obiettivo dichiarato di “continuare ad assicurare un presidio sociale in molte frazioni, per evitare una situazione di precariato”. Per i sindacati, infatti, “con la privatizzazione, in Umbria si potrebbe verificare una situazione analoga a quella delle banche e quindi portare ad una sorta di desertificazione degli istituti”.

Ecco, perché secondo i sindacati sarebbe stata importante la presenza, in occasione del presidio di sabato mattina, di rappresentanti delle istituzioni ed in particolare di Anci. Presenza che, però, non c’è stata come sottolineato dal mondo sindacale, che si è detto rammaricato “perchè – hanno spiegato i rappresentanti delle sei organizzazioni scese in piazza insieme ai lavoratori – i Comuni sono le prime vittime di questo processo di indebolimento del territorio.

Guardando ai numeri, in Umbria gli uffici postali, esclusi i 16 centri che si occupano di recapito e logistica, sono 258, di cui 191 in provincia di Perugia e 67 in quella di Terni. Di lavoratori, invece, se ne contano su tutto il territorio regionale all’incirca 1.600 contro i 2.400 di dieci anni fa.

Articoli correlati